Il Barocco tra Roma e Narni e i legami svelati: ecco il testo “Barocco, d’incanto”
La Fondazione Carit presenta l’opera del professor Francesco Luisi: “Venti anni di ricerca, ora sarà distribuito in tutto il mondo”
Venti anni di ricerca e ora il legame tra il Barocco romano e quello narnese arriverà anche negli Stati Uniti. Il tutto grazie al testo “Barocco, d’incanto”, curato dal professor Francesco Luisi. Il volume, realizzato al termine di ricerche durate oltre vent'anni e composto da due volumi (“L’emulo e l’archetipo” e “La quadreria Sacripante”) svela legami inediti tra il territorio di Narni e Roma tra la fine del 1600 e l’inizio del 1700, in particolare per quanto riguarda la storia dell’altare della cattedrale di San Giovenale.
Il libro è stato presentato lunedì mattina in conferenza stampa nella sede della Fondazione Carit, che ha finanziato il progetto. All’evento erano presenti il presidente della Fondazione Carit Luigi Carlini, il professor Francesco Luisi e la professoressa Federica Zalabra, storica dell’arte.
“Si tratta - ha spiegato Carlini - di un’opera significativa che la Fondazione Carit ha voluto fortemente pubblicare, in quanto rivelatrice di un lato poco conosciuto della storia del territorio dell’Umbria sud, in particolare di Narni. Un testo frutto di un lavoro instancabile di ricerca da parte del professor Luisi: vedere il suo nome associato alla nostra Fondazione è per noi sicuramente motivo di orgoglio, anche in considerazione dell’importanza che la stessa Fondazione Carit assegna alla cultura come elemento di valorizzazione del territorio”. Il testo sarà ora inviato alle biblioteche nazionali, alle maggiori biblioteche europee e anche negli Stati Uniti.
“Due volumi - ha spiegato la professoressa Zalabra - che accendono una luce sul Barocco narnese, specialmente nel periodo tra la fine del 1600 e l’inizio del 1700. Notevole il lavoro svolto sui tanti documenti a sostegno dell’opera, che sicuramente dimostra quanto l’arte sia strettamente connessa ai molteplici fattori sociali e umani di un territorio”. “Ringrazio la Fondazione Carit - ha dichiarato il professor Luisi - perché questo tipo di testi ha bisogno di un supporto economico notevole, non solo per la pubblicazione ma anche per la distribuzione, non prestandosi alle dinamiche tradizionali del mercato. Per questo sono grato alla Fondazione che ha creduto in questo lavoro, che punta a dare testimonianza degli scambi di quell’epoca tra il Barocco romano e quello narnese, elemento finora poco conosciuto”.