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I Cinquecento anni di Leonardo da Vinci visti dal maestro Igor Borozan

Il 2 maggio a Palazzo Primavera Borozan realizzerà “live” e a quattro mani in collaborazione con Moira Pucci, un disegno leonardesco di dimensioni titaniche, utilizzando le tecniche classiche della sanguigna e della seppia per dar vita ad un’opera unica che resterà in esposizione per tutto il mese di giugno

Il Comune di Terni, in occasione del cinquecentenario della morte di Leonardo da Vinci, organizza e promuove un evento performativo, in anteprima mondiale, ospitando presso il prestigioso Palazzo di Primavera, sito nel cuore della città, l’opera del Maestro Igor Borozan.
Leonardo è stato il più istrionico genio a cui l’Italia ha dato i suoi natali. Nato nel 1452 ad Anchiano da Ser Piero da Vinci si spegne a Ambois il 2 maggio 1519. Uomo di vivo interesse e talento si è occupato di arte e di scienza eccellendo in entrambe. Diventò simbolo e sinonimo del Rinascimento, incarnando quei valori e quegli ideali che furono motore di rinascita culturale ed economica, nonché di arricchimento non solo per l’Italia, ma per l’Europa fino a spingere il seme della modernità anche oltre oceano. Leonardo contribuì e contribuisce tutt’ora alla diffusione dell’arte e della cultura. Si occupò di musica, di progettazione, di pittura e scultura, di anatomia… si occupò, in sostanza, di tutto ciò che la mente umana è capace di produrre e lo fece diventando un Maestro in ogni campo che indagò. Nonostante numerosi manoscritti siano andati perduti e distrutti nel corso del tempo, la mole di quelli pervenuti è imponente. Leonardo ci ha lasciato moltissimi disegni, tecnici ed artistici che non sono altro che “appunti” delle sue ricerche, perché per lui era una ricerca scientifica anche solo disegnare una mano per capirne la tensione muscolare e la struttura ossea che si nascondevano sotto alla pelle. Per Leonardo il disegno è davvero uno strumento di indagine imprescindibile. Le sue carte ancora affascinano per la freschezza del tratto in contrapposizione con la precisione chirurgica del disegno, sono la traduzione grafica dei suoi ragionamenti e delle sue intuizioni, tuffata in una atmosfera di poesia che sospende il tempo. Genio delicato, coraggioso e ribelle però. Tanto spinto verso la conoscenza della materia da reputare obsoleti i trattati antichi di anatomia e dedicarsi allo studio sui cadaveri. Studi che si rivelarono pionieristici e dei quali si avvantaggerà la medicina. Fece lo stesso con la botanica, la zoologia, la geologia: nasceva un nuovo metodo di studio ed indagine fondato sull’esperienza diretta e sulla sperimentazione.
Il prossimo 2 maggio, data della morte del grande Maestro, verrà inaugurata la mostra antologica del Maestro Igor Borozan che si aprirà con una performance artistica unica nel suo genere, in anteprima mondiale.
Interverrà Paolo Cicchini che racconterà del Genio di Leonardo con il calore ed il trasporto ai quali ci ha abituato nel corso della sua carriera.
Borozan realizzerà “live” e a quattro mani in collaborazione con Moira Pucci, un disegno leonardesco di dimensioni titaniche, utilizzando le tecniche classiche della sanguigna e della seppia per dar vita ad un’opera unica che resterà in esposizione per tutto il mese di giugno.
Le lectio magistralis che Borozan terrà, ha l’obiettivo di coinvolgere il pubblico permettendo di “vivere” il modus operandi del grande Leonardo che tutt’oggi rimane di una notevole modernità.
Una lezione che esce dal segreto della bottega dell’artista per proiettarsi verso la fruizione condivisa, con lo scopo di diffondere la conoscenza grazie all’esperienza viva e diretta. Borozan conosce molto bene le tecniche pittoriche rinascimentali e conosce benissimo il modo in cui Leonardo preparava la carta e le tecniche di disegno usate anche per i cartoni preparatori delle opere. Partendo proprio da questo, attraverso la sua performance, intende porre l’accento sulla basilarità del disegno nel percorso creativo. Disegno che è, incontrovertibilmente, basilare per arrivare alla pittura, che sia essa volta alla realizzazione di un dipinto realistico o astratto.
Leonardo d’altro canto ci insegna che disegnare vuol dire tante cose, che lo stesso materiale può essere “piegato” in modo da dare effetti diversi ed evocare sensazioni e sentimenti precisi, ma questa capacità di dominio sulla tecnica ed i materiali è possibile quando essi si conoscono.
E questo insegnamento di Leonardo è stato alla base del metodo usato da Borozan per formare i giovani artisti in Accademia. Venti anni fa nasceva l’Accademia di Belle Arti di Terni e cominciava una stagione nuova e ricca di fermento in città. Modernità e tradizione si rincorrevano, fondendosi, nei disegni e nelle tele prodotte dagli studenti di Borozan, che ha sempre posto un accento forte sul disegno. Tra i cavalletti dell’atelier non era insolito vedere disegni colorati con terre, inchiostri, sanguigne, seppie oltre che dipinti realizzati con materiali più moderni. Lui ha insegnato ad una generazione di artisti che rigore tecnico e libertà espressiva possono coesistere e dar vita a qualcosa di unico. Non è casuale nemmeno la scelta di condividere questo momento performativo con Moira Pucci che fu uno dei suoi primi studenti.
Peri i primi anni Leonardo si avvale di due strumenti per disegnare: la punta d’argento e la penna ad inchiostro. Due tecniche che necessitavano di una precisa preparazione della carta prima e di una grande sensibilità manuale poi.
Solo dal 1492 Leonardo comincia ad utilizzare carbone e sanguigna per disegnare, due materiali molto duttili che rivoluzionarono l’approccio al disegno negli anni a venire.
E’ proprio la sanguigna, materiale tra i più arcaici in pittura, minerale ferroso estratto dalla terra, che Borozan utilizzerà per dar vita alla sua prossima art performance del 2 maggio, con l’intento ambizioso di lanciare un messaggio: che questo bagaglio, lasciatoci da Leonardo da Vinci, non vada perso ma sia fonte di nuova ispirazione per gli artisti di oggi e di domani.
Dal latino tardo proiectare "gettare avanti" ovvero disegnare, ideare, creare, inventare, pensare. In tutto questo è la grandezza dell’essere umano.

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