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Venerdì, 19 Aprile 2024
Notizie dall'Umbria

Aborto, l'Umbria come l'Ungheria di Orban: "Donne forzate ad ascoltare il feto"

Verdi e Sinistra italiana denunciano pratiche che ostacolano il diritto all'interruzione di gravidanza nelle Regioni governate da Fratelli d'Italia. Anche nelle Marche e in Abruzzo. Evi (Verdi) e Piccolotti (Si): "Ministero invii gli ispettori"

Nelle Regioni di destra, in particolare quelle governate da Fratelli d'Italia, il diritto all'aborto è sempre più in discussione. Non si può negare il diritto e così in Umbria, Marche e Abruzzo sono in atto vere e proprie operazioni di ostruzionismo verso le donne che si rivolgono agli ospedali per chiedere di accedere al servizio, garantito dalla legge 194. In particolare in Umbria, la Regione governata dalla Presidente Donatella Tesei, si sarebbero verificati casi in cui le donne vengono costrette ad ascoltare il battito del feto che portano in grembo. A denunciarlo è stata la sinistra rossoverde in una conferenza stampa tenutasi stamattina a Montecitorio, con l'europarlamentare dei Verdi Eleonora Evi e la coordinatrice della segreteria nazionale di Sinistra italiana Elisabetta Piccolotti.  

"La cosa più grave sta avvenendo in Umbria. - ha detto Piccolotti - Abbiamo segnalazioni di donne che vogliono interrompere la gravidanza ma sono costrette ad ascoltare il battito del feto. Non si può fare l'operazione prima di ascoltare questo battito. Una pratica presente per legge nell'Ungheria di Orban. In Umbria non c'è una legge del genere ma si sta attuando questa pratica, costringendo le donne a tornare in ospedale più volte. Un battito che, tra l’altro, non si sente perché siamo nelle prime settimane di gestazione". Per questo Verdi e Sinistra italiana chiedono l'intervento del Ministero della Sanità, affinché questo invii degli ispettori per avere riscontro su queste denunce. "È una pratica volta a criminalizzare la donna, nella quale insorgono sensi di colpa che la allontanano da quella che resta una sua libera scelta" ha ribadito Piccolotti.

Una denuncia pesante che arriva dopo le parole di Giorgia Meloni. Proprio la leader di Fratelli d'Italia, in una intervista tv, aveva rassicurato tutti che mai sarebbe stata toccata la legge sull'aborto in Italia. Dichiarazioni poco convincenti per la sinistra alleata del Partito democratico, convinta che la destra pratichi retorica, con lo scopo di mettere in campo azioni concrete volte a ostacolare il diritto all'aborto.

Aborto, diritti negati in Umbria, Marche e Abruzzo

Piccolotti infatti prosegue nel descrivere degli scenari cupi non solo in Umbria ma anche nelle Marche e in Abruzzo. "Sappiamo di consultori familiari, con psicologi, assistenti sociali e ginecologi, smantellati, in cui manca il personale. Molti sono fermi o lavorano a orario ridotto e, per quanto riguarda l'interruzione di gravidanza, le associazioni denunciano che il numero di obiettori di coscienza sta salendo costantemente, ben sopra la media nazionale". Secondo i dati in mano alla segreteria del partito di Nicola Fratoianni, a Jesi, in provincia di Ancona, il consultorio familiare è composta al 100% da obiettori di coscienza che non praticano l’aborto. Nel resto delle Marche i numeri non sono più rassicuranti perché, in media ci si attesta intorno all’90%. In Umbria ci sono comuni come Perugia, Foligno e Branca dove il servizio funziona a intermittenza. Problemi che secondo la sinistra si presentano in modo identico anche in Abruzzo.

Numeri e fatti che, se confermati, vedrebbero le tre Regioni del Centro Italia violare i parametri imposti dal Ministero della Salute. È infatti stato proprio il ministro Roberto Speranza nel 2020 a cambiare le linee guida sull’aborto farmacologico. Secondo le disposizioni la pillola Ru486 si può usare anche in consultori e in ambulatorio e si può fare fino alla nona settimana. "Sono linee ministeriali che in quelle Regioni non sono state recepite. Nelle Regioni di destra ancora oggi le donne sono obbligate a farsi ricoverare per almeno due giorni in ospedale" ha rimarcato Piccolotti.  

Le proposte per le donne: dal congedo mestruale agli anticoncezionali gratuiti 

Per questo la sinistra rossoverde rilancia con delle proposte in favore delle donne, presentate da Evi, a partire dalla gratuità degli anticoncezionali fino all’educazione sessuale che "sarebbero proprio quelle politiche di prevenzione che vengono spesso invocate dalla destra ma a sproposito" ha ribadito l’europarlamentare verde. In più la sinistra, per le donne, propone il congedo mestruale. Cioè per chi ha delle mestruazioni particolarmente forti e invalidanti, tre giorni di riposo dal lavoro. "Le mestruazioni non posso più essere un tabù o qualcosa di cui vergognarsi, è la natura e quindi dobbiamo anche riconoscere che moltissime donne hanno una condizione di grande difficoltà e vogliamo che la comunità conceda loro un congedo a chi prova questa condizione" ha ribadito Evi che alla fine, insieme a Piccolotti, chiede anche una legge che garantisca i servizi di interruzione di gravidanza almeno a ogni livello provinciale (modello Spagna).

Proposte condivise anche dal Partito democratico, alleato di Verdi e Sinistra italiana alle elezioni politiche del 25 settembre. Proprio Enrico Letta, giorni fa, aveva però detto di preferire un uomo femminista a una donna presidente del consiglio, archiviando di fatto le quote rosa. "Credo che Enrico Letta abbia fatto una battuta provocatoria per far capire a cittadini e cittadine che non basta essere donna per fare politica per le donne" ha cassato Piccolotti.  

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