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Droga e giovani, l’Umbria avvia il giro di vite: cambiare le regole per la distribuzione di metadone nei Sert

Dibattito in consiglio regionale, l’assessore Coletto: porteremo questa modifica all’attenzione della commissione salute. De Luca (M5S): oltre all’intervento repressivo per colpire le mafie, serve un lavoro per evitare lo sviluppo di dipendenze

“Credo che andrebbe modificata la norma che prevede l’erogazione del metadone nei Sert su base settimanale, mettendo il consumatore in condizione di avere una quantità di metadone che poi, a quanto pare, può essere spacciato e ceduto ad altri. Porteremo questa modifica di legge all’attenzione della commissione salute”.

Lo ha detto l’assessore regionale alla salute, Luca Coletto, durante il question time della seduta di oggi, 21 luglio, dell’assemblea legislativa dell’Umbria, rispondendo al consigliere Thomas De Luca (M5S) che ha illustrato la sua interrogazione alla Giunta sulle questioni relative alla lotta alla tossicodipendenza dopo la morte a Terni di due adolescenti che avevano assunto metadone.

In particolare De Luca ha chiesto di conoscere “le strategie e le risorse messe in campo dall’esecutivo di Palazzo Donini per la lotta alle dipendenze nell’ambito di progetti di prevenzione primaria, secondaria e nelle politiche di riduzione del danno e, inoltre, quante risorse vengono utilizzate per finanziare comunità terapeutiche e di recupero”.

Il capogruppo M5S ha chiesto “se alla luce dei ai tragici fatti di cronaca e soprattutto dei recenti dati che attribuiscono all’Umbria il primato per il consumo e l’abuso di sostanze stupefacenti soprattutto tra i minori, si intenda implementare i servizi per la sensibilizzazione, la prevenzione o riduzione del danno garantendo continuità e adeguati strumenti. Alla luce dei mutati contesti economici, sociali e tecnologici sollecitiamo la Giunta a coinvolgere l’Università di Perugia nell’ambito dell’analisi e della ricerca delle cause che hanno portato l’Umbria al triste primato dei morti per droga al fine di individuare migliori strategie di contrasto”.

De Luca ha ricordato che per quanto riguarda i decessi causati dall’assunzione di droghe, “autorevoli report, quale quello del dipartimento per le politiche antidroga della presidenza del consiglio dei ministri diffuso nel dicembre 2019, assegnano all’Umbria il primato con un tasso del 12,4, rispetto a una media nazionale del 5,5. Secondo le rilevazioni sarebbero poi aumentati anche i minori segnalati all'autorità giudiziaria: nel 2018 è stato rilevato un tasso ogni 100mila abitanti pari al 23,7, contro una media nazionale del 13. Si stanno consolidando nuove dipendenze, legate agli alcolici e all’abuso di farmaci a base di codeina. La repressione sembra non essere sufficiente e non si riesce a contrastare un fenomeno culturale che colpisce i più giovani. La Regione ha una storia di servizi pubblici e di comunità con una presenza capillare e forte, anche attraverso le unità di strada, che negli ultimi anni sono stati smantellati”.

Nella sua risposta l’assessore Coletto ha spiegato che “la Regione Umbria ha messo in atto una convenzione con l’Istituto di fisiologia clinica del Cnr sui consumi di sostanze psicoattive degli studenti dai 15 ai 19 anni. È in corso una analisi dei dati del 2019: per cannabis, cocaina, eroina e allucinogeni l’utilizzo sarebbe stabile, con il 27,7 percento del campione che utilizza almeno una volta all’anno queste sostanze. Analogo andamento si registra per il consumo di una volta nel corso del mese. Nel 2019 il 19,9 per cento ha consumato cannabis, in aumento sul 2018. Significativo anche il dato dei ricoveri droga correlati, superiore alla media nazionale”.

Per fare fronte a questo problema, dal 2016, su iniziativa di Regione e Usl sono iniziati interventi nelle scuole per prevenire comportamenti a rischio attraverso progetti per le scuole primarie (dal 2016 ad oggi sono stati formati 839 insegnanti e raggiunte 973 classi, con circa 17.500 alunni); scuole secondarie di primo grado (prevenzione del consumo di sostanze psicoattive, formati 547 insegnati, raggiunti 10.100 ragazzi); scuole secondarie di secondo grado (promozione delle scelte consapevoli, formati 387 insegnati e 9700 ragazzi). Tutte attività condotte con risorse delle Usl e risorse del piano regionale contro la ludopatia. Verranno erogati ulteriore 300mila euro per proseguire gli interventi. Altra area di intervento è quella del progetto ‘Azioni di prossimità integrate regionali’, rivolte ad eventi e contesti in cui si prevede la diffusione di sostanze psicoattive.

Coletto ha anche annunciato l’intervento di unità mobili e un protocollo con le forze dell’ordine per intercettare le situazioni a rischio, da finanziare con ulteriori risorse.

De Luca si è detto “non soddisfatto della risposta perché le risorse che saranno messe a disposizione per la riduzione del danno appaiono esigue. Oltre all’intervento repressivo per colpire gli interessi delle mafie, serve un lavoro diverso che serva ad evitare lo sviluppo di dipendenze cronicizzate e ad allestire servizi di aiuto per chi resta coinvolto nell’uso delle sostanze stupefacenti. Non bastano interventi episodici nelle scuole dato che dobbiamo occuparci di contesti in cui il rischio proviene soprattutto da ambienti extra scolastici”.

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