Baby gang, concluse le indagini, scoperti i 'capi': fra loro anche figli di famiglie ''bene''
Dopo le perquisizioni dei carabinieri nelle case dei giovanissimi, adesso il fascicolo passa al Tribunale dei minori
Ragazzi minorenni, italiani e stranieri, qualcuno seguito dai servizi sociali, altri figli di buona famiglia. É alle battute finali l'inchiesta, portata avanti dai carabinieri, sulle baby gang che hanno caratterizzato l'Altotevere.
Una indagine partita da dei video che sono rimbalzati fra i più giovani, fino ad arrivare a quasi tutti i residenti del comprensorio, fra Città di Castello e Umbertide. Immagini crude, con protagonisti giovanissimi con armi (forse pistole scacciacani modificate), coltelli, soldi e stupefacenti, il tutto accompagnato da musica rap o trap.
Nella sequenza le immagini della rissa di Umbertide, al parco Ranieri, avvenuta il 19 gennaio, dopo uno “sgarbo” avvenuto a Città di Castello.
Nel frattempo i militari della compagnia tifernate che hanno lavorato, con numerose perquisizioni nelle abitazioni dei minorenni: sia a Umbertide, ma anche a Città di Castello.
I carabinieri hanno così controllato le residente di alcuni dei minori, che hanno alle spalle storie di vita difficili, mentre altri sono figli di buona famiglia, con i genitori che alla vista degli investigatori erano quasi increduli.