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Botte e minacce se portavano pochi soldi, sgominata banda di sfruttatori di giovani ragazze

In cinque sono finiti agli arresti, altri 6 sono ricercati anche all'estero. Giravano con auto di lusso, ma percepivano il reddito di cittadinanza

Sfruttavano delle giovani ragazze facendole prostituire, ma risultavano nullatenenti e percepivano il reddito di cittadinanza.

La Polizia di Stato e la Guardia di finanza hanno arrestato cinque cittadini rumeni, due in carcere e 3 ai domiciliari, con l’accusa di associazione per delinquere, finalizzata al favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, estorsione e indebita percezione del reddito di cittadinanza.

L’operazione ha interessato le province di Perugia, Roma, Milano, Pavia, Lodi, Fermo e Mantova ed è stata condotta dalla Squadra Mobile e dai militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria.

Le attività investigative erano state avviate ad agosto del 2020 dalla Squadra Mobile di Perugia a seguito della denuncia di un tentativo di estorsione realizzato da tre rumeni, ai danni di un cittadino italiano, che si sarebbe appropriato di 900 euro trovati nella borsa di una prostituta con la quale aveva avuto un incontro. L’uomo era stato fatto oggetto di minacce di morte se non avesse consegnato 3mila euro.

Dalla denuncia della vittima dell’estorsione sono iniziati gli accertamenti di polizia ed è stato scoperto un sodalizio criminale, operante a Perugia, composto da uomini e donne, tutti provenienti dalla regione di Slatina., nell’area meridionale della Romania, dedito allo sfruttamento della prostituzione di giovani donne connazionali. L’organizzazione, in particolare, reclutava le ragazze in Romania, spesso legate anche sentimentalmente ai componenti del gruppo, organizzando e favorendo il loro ingresso in territorio italiano, per poi obbligarle a prostituirsi, con minacce e violenze.

Le ragazze erano costrette ad esercitare la prostituzione all’interno di abitazioni prese in affitto, attraverso la pubblicità su siti di incontri, o per strada. Sempre sotto il diretto controllo degli indagati, che gestivano in maniera organizzata le aree ove le ragazze sostavano, intervenendo, all’occorrenza per dirimere controversie tra di loro, imponendo una condizione di assoggettamento assoluto.

Molti gli episodi di violenza fisica e psicologica ai danni delle donne che si verificavano allorquando queste ultime si rifiutavano di lavorare o ricavavano dalla loro attività somme giudicate insufficienti. Il guadano ottenuto dallo sfruttamento delle donne è risultato ingente, nell’ordine di diverse migliaia di euro al giorno, incamerati dal gruppo criminale.

Altri sei cittadini rumeni sono ricercati, anche all’estero, in esecuzione dell’ordinanza di arresto emessa dal giudice per le indagini preliminari di Perugia.

La Guardia di finanza di Perugia ha accertato, infine, che gli indagati avevano una elevata disponibilità economica, ma non presentavano reddito. A fronte del possesso di Porsche, Mercedes, Audi e Bmw, nonché di immobili e terreni in Romania, usufruivano del reddito di cittadinanza in Italia. In pochi mesi avevano già ottenuto indebitamente oltre 22mila curo.

All’esito delle indagini patrimoniali il gip ha disposto il sequestro, anche nella forma per equivalente, dei beni nella disponibilità degli indagati, al fine di ripristinare il danno procurato alle casse erariali nonché di 8 autoveicoli, per un valore di 256mila euro, da ritenersi il frutto dell'attività di sfruttamento della prostituzione.

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