rotate-mobile
Notizie dall'Umbria

Umbria, le nuove tendenze del mercato del lavoro: il contratto a tempo indeterminato non è una chimera, più stabilizzazioni nel post Covid

I dati diffusi dall’Inps continuano a sottolineare la tendenza all’abbandono volontario del lavoro. Anche se, a ben guardare, spesso si tratta di trasformazioni o spostamenti a posizioni lavorative diverse

Nel periodo compreso tra gennaio e settembre 2022, le assunzioni attivate in Umbria – secondo i dati diffusi da Istat ed elaborati da Aur, Agenzia Umbria ricerche - sono state oltre 72mila, con un aumento del +18,2% rispetto allo stesso periodo del 2021 (17,0% in Italia). L’incremento, che ha investito tutte le tipologie contrattuali extra-agricole, è stato particolarmente evidente per il tempo indeterminato, con un aumento del 36,3%. A livello nazionale si attesta al 28,9%. Abbiamo tuttavia anche il rovescio della medaglia: aumentano le cessazioni, cresciute – nel periodo in analisi - di 63.606 unità rispetto allo stesso arco temporale dell’anno precedente (+27,2% rispetto al +23% della media italiana) e, per i tempi indeterminati, è stata di quasi un quarto nella regione (di poco più di un quinto in Italia).

E’ pur vero che una parte delle cessazioni si concretizza in flussi di trasformazioni e spostamenti – in aumento rispetto al 2021 – di posizioni di altra natura. La netta ripresa dei tempi indeterminati ha visto infatti un aumento di 7.095 unità dal versante delle variazioni contrattuali delle forme a termine, aumentate in Umbria del 71,3% a fronte del +61% in Italia, e dalle conferme dei rapporti di apprendistato giunti alla conclusione del periodo formativo (+1.821 unità), per un aumento del 14% rispetto all’anno precedente (+8% in Italia).

Rispetto a settembre 2019 – dunque prima dello scoppio della pandemia – vi è stata una crescita delle posizioni di lavoro a tempo indeterminato pari a +9.007 unità, in un aumento complessivo di posizioni di lavoro di 13.362. Positivo risulta anche l’andamento delle altre tipologie contrattuali, che registrano una variazione complessiva di 4.355 unità. Tutti i dati confermano la totale ripresa del mercato rispetto al 2019 (periodo pre-pandemico). Le figure maggiormente coinvolte sono quelle femminili: le donne aumentano nel complesso (sia rispetto al 2021 che rispetto al 2019) più degli uomini sia nelle assunzioni che nelle cessazioni. Anche nelle trasformazioni in tempi indeterminati complessivamente considerate la componente femminile è stata protagonista di una variazione più elevata di quella maschile, ma limitatamente al passaggio 2021-2022.

La variazione di posizione lavorativa in questo arco temporale è stata pari a 6.219, di cui 2.657 sono donne (43%). Tra settembre 2019 e settembre 2022 la variazione per contratti a tempo indeterminato sono aumentati di 9.007 unità, di cui 2.622 (pari al 29%) hanno interessato donne. I contratti a tempo determinato invece sono aumentati di 1.194 unità, di cui quasi la metà delle assunte (48%, pari a 572 contratti) sono donne.

Il mercato del lavoro, quindi, è tornato a crescere in modo simile al periodo pre-pandemico – tenendo conto del rallentamento degli ultimi mesi - oggi, rispetto al passato, si distingue per una evidente peculiarità: ritorna il protagonismo del tempo indeterminato, sia come nuove assunzioni, sia come trasformazioni di posizioni temporanee attivate nei mesi precedenti.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Umbria, le nuove tendenze del mercato del lavoro: il contratto a tempo indeterminato non è una chimera, più stabilizzazioni nel post Covid

TerniToday è in caricamento