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Bus e treni in “quarantena”, un fondo per rimborsare gli utenti di abbonamenti e biglietti non utilizzati

Trasporto pubblico in Umbria, l’assessore Melasecche in commissione regionale: lo tsunami del Coronavirus ha ridotto l’uso dei mezzi pubblici, alla ripresa dovremo tagliare gli sprechi e non ridurre i servizi

L’anno nero del trasporto pubblico in Umbria è cominciato poco più di dodici mesi fa. Quando esigenze di bilancio imposero di “tagliare” milioni di chilometri ai bus. E il settore, già in difficoltà, sta ora facendo i conti con quello che l’assessore regionale ai trasporti, Enrico Melasecche, definisce lo “tsunami” del Coronavirus.

“Con l’arrivo del Covid19 – ha spiegato Melasecche in audizione nella seconda commissione del consiglio regionale a seguito di un’interrogazione sullo stato del Tpl presentata da Andrea Fora (Patto civico per l’Umbria) - è cambiato completamente lo scenario poiché la gomma è passata al 30-35 per cento del servizio, il ferro addirittura al 5 per cento, che gradualmente si sta comunque riprendendo. Tutto questo ha comportato la diminuzione di servizi previsti contrattualmente”.

Bus e treni in quarantena, insomma, e mezzi ancora più vuoti del solito visto il lockdown che ha costretto a casa migliaia di utenti fra studenti e lavoratori.

La riduzione dei servizi però non corrisponderà ad un risparmio per gli enti locali, visto che “le imprese hanno fatto appello affinché la Regione ed i Comuni (per servizi aggiuntivi) provvedessero comunque ad onorare fatture da emettere”.

“Il trasporto pubblico locale - ha spiegato l’assessore - ad inizio mandato lo abbiamo affrontato alla luce della situazione ereditata: una serie di debiti pregressi che ad oggi possiamo ricondurre al dover saldare una parte del 2019 con circa 24milioni di euro, oltre ai 6 milioni di euro dovuti al pignoramento da parte della procura della Repubblica che porteranno al consolidamento di un ulteriore debito della Regione. C’è un disavanzo annuale di circa 15/18milioni di euro. Abbiamo affrontato la situazione relativa al 2020: 45milioni derivano dal fondo nazionale trasporti; dal bilancio regionale oltre a 6milioni di euro non è stato possibile enucleare altre risorse e quindi per coprire il disavanzo ipotetico del 2020 abbiamo portato avanti l’operazione della creazione dell’Agenzia per il trasporto e che è in corso, ma a tal proposito sottolineo alcune difficoltà oggettive legate soprattutto alle banche creditrici. Tuttavia, anche a seguito di un mio intervento diretto le stesse banche sembra stiano cambiando atteggiamento. Alla luce di ciò confidiamo che da qui a breve si possa arrivare alla creazione dell’Agenzia, poiché ogni mese che passa spendiamo circa 800mila euro in più a causa dell’Iva”.

Ad una situazione critica già difficile si aggiunge dunque la necessità di gestire l’emergenza: servono soldi, per fare fronte alla gestione ordinaria e a quella straordinaria innescata dal Coronavirus.

“Per venire incontro ai lavoratori e alle imprese – ha spiegato Melasecche - l’Umbria, come le altre Regioni, ha accolto questo appello invitando il Governo a prevedere un fondo ad hoc, forse di 800 milioni. Questo fondo andrebbe a rimborsare agli utenti abbonamenti e biglietti non utilizzati, consentirà agli Enti, come la Regione, di venire incontro, nelle modalità che lo stesso Governo stabilirà, alle imprese e a far fronte al fondo di solidarietà previsto dal contratto degli autoferrotranvieri che potrebbe non coprire adeguatamente questo ‘tsunami’ causato dall’epidemia”.

Soltanto dopo si potrà mettere mano al grande malato che è il Tpl, con un obiettivo che l’assessore sintetizza così: “Se il Governo finanzierà queste partite, provvederemo, insieme ai Comuni e alle Province (concessionari dei servizi) a ragionare sulle ipotesi di riduzione degli sprechi. L’accordo è quello di non tagliare i servizi, ma di ridurre gli sprechi”.

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