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“Ci voglion chiusi in una stanza…”, parole e musiche contro le “bugie” sull’emergenza Coronavirus

“No paura day” in piazza del Popolo a Todi, i manifestanti: non siamo negazionisti, ma rivendichiamo i nostri diritti

“Mi raccomando, rispettate tutte le misure anti Covid: distanziamento e mascherine”. Floriana Santori, medico di medicina generale in pensione, apre così il “No paura day” che si è svolto questo pomeriggio – 9 maggio – sulla piazza del Popolo di Todi. Spiegando poi: “Non siamo negazionisti, rivendichiamo i nostri diritti”.

GUARDA | Danser encore, l'inizio del "No paura day" a Todi

IMG_20210509_151653-2A Cesena questo appuntamento va avanti da 24 settimane, per l’Umbria è stato il primo – ma forse non l’ultimo – appuntamento organizzato da chi ritiene che l’emergenza Coronavirus sia stata gestita “in maniera non adeguata”. Sono mancate le “cure domiciliari”, è mancato “il rispetto dei diritti istituzionali”, tutto finalizzato ad un “piano” che serve a “gonfiare un business”.

GUARDA | Intervista a Riccardo Luzi

IMG_20210509_160910-2Nella piazza centrale della città di Jacopone, che torna ad accogliere i turisti dopo questo lungo e buio periodo di lockdown, si raduna dunque qualche decina di persone, per ascoltare gli interventi di Riccardo Luzi, avvocato, Anna Rita Iannetti, medico, e Ornella Mariani, saggista.

GUARDA | Intervista ad Anna Rita Iannetti

Non prima di avere cantato sulle note di quello che è diventato l’inno internazionale di questa protesta. È una canzone francese, si intitola Dancer encore, e Luigi, arrivato da Firenze per l’occasione, la intona: “Ci voglion chiusi in una stanza…”, la piazza risponde, canta e balla. Come una coppia, lei e lui. Si alzano dalle scale del duomo e cominciano a ballare. Danser encore.

GUARDA | Intervista a Ornella Mariani

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