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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Il virus gonfia il “materasso” dei ternani: in sei mesi risparmiati oltre 220 milioni, i depositi delle famiglie superano 4 miliardi

Il dossier di Bankitalia traccia il profilo dell’economia dell’Umbria al tempo del Covid: “Una caduta senza precedenti nella prima parte del 2020”. Consumi, occupazione e prospettive: ecco tutti i dettagli

Il Coronavirus ha innescato una “caduta senza precedenti” per l’economia dell’Umbria, soprattutto per la prima parte del 2020. Tanto che le stime ipotizzano una flessione del Pil regionale dell’11%, più alto della contrazione che si profila a livello nazionale (-9,5%). Le condizioni reddituali sono “fortemente peggiorate” soprattutto per alcune categorie, i consumi hanno subito una intensa contrazione (tranne l’alimentare), i contraccolpi su alcuni settori produttivi sono stati violentissimi (edilizia, mercato immobiliare, alcuni comparti del turismo), gli investimenti delle imprese si sono bloccati.

Una tempesta economica che segue a ruota le pesanti conseguenze sanitarie innescate dalla pandemia, che viene fotografata dal dossier che la Banca d’Italia dedica all’economia dell’Umbria e che è stato presentato oggi, 12 novembre.

La situazione è caratterizzata da un “forte grado di incertezza – ha spiegato la responsabile della filiale perugina di Bankitalia, Miriam Sartini - che grava sulla ripresa e che si riflette in una forte prudenza di famiglie e imprese”.

“Anche l’occupazione ha subito contraccolpi – ha aggiunto Sartini - con meno ore lavorate e meno contratti a tempo determinato (-1,4% su 2019 per occupati)”. In particolare, la “classe di età più colpita – le ha fatto eco Simone Santori – è quella degli under 30 con la conseguenza che crolla il numero di persone in cerca di occupazione (-18,3%)”.

Un crollo che è stato in parte mitigato dagli ammortizzatori sociali come la cassa integrazione e dagli interventi straordinari del Governo: 3.400 famiglie hanno beneficiato dei 529 euro mensili del reddito di emergenza, mentre sono state 18mila le richieste al fondo di garanzia delle piccole e medie imprese per 1,2 miliardi, soprattutto in piccoli prestiti.

Incertezza, dunque. E perciò prudenza. Con il risultato che “rallenta il credito al consumo, si arresta la crescita dei mutui per abitazione – spiega Lucia Lucci – e si assiste ad una forte accelerazione depositi bancari” soprattutto in funzione del fatto che – in particolar modo durante il primo lockdown di marzo, “i consumi sono calati più dei reddito e c’è stato comunque un contenimento della spesa”.

In particolare, per quanto riguarda i depositi, sotto il materasso dei ternani ci sono risparmi per oltre 4,2 miliardi di euro. Il dato di giugno 2020 è del 4 per cento più alto rispetto a quello del dicembre 2019: da fine 2019 a metà 2020 i ternani hanno risparmiato circa 222 milioni di euro.

Cresce, seppure con un ritmo meno intenso, anche il monte dei debiti: poco più di 3,8 miliardi a giugno 2020 rispetto ai 3,7 del dicembre 2019. Il dato è però più basso rispetto a quello di dicembre 2018 (4 miliardi di prestiti).

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