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Martedì, 23 Aprile 2024
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Umbria, errore medico al parto: dottoressa condannata a risarcire l'Usl

Secondo i giudici contabili la professionista non aveva colto i segnali di sofferenza fetale. Dovrà restituire 140mila all'azienda sanitaria che ha risarcito i genitori del piccolo nato con deficit cerebrali. Accaduto a Foligno

La Corte dei conti ha condannato una dottoressa a pagare 143.102,50 euro a favore dell’Asl Umbria 1 per “colpa grave” in un parto con conseguenze negative per un bimbo. Per i giudici contabili la dottoressa ha prodotto un danno economico all’Usl costretta a risarcire i genitori del piccolo che ha riportato gravi deficit a seguito di controlli approssimativi e un ritardo nel parto.

La dottoressa, difesa dall’avvocato Fabio Alberici, è stata citata in giudizio dalla Procura contabile che ha ritenuto deficitaria “l’assistenza sanitaria prestata nei confronti di una gestante affetta da gestosi ipertensiva e del feto”. Secondo la Procura la professionista avrebbe “sottostimato il quadro clinico della donna prescrivendo controlli esigui a fronte di patologia così grave, e 2) interpretato erroneamente gli esami diagnostici (ematochimici, ecografici, CTG) effettuati sulla donna e sul feto”.

Dagli esami sarebbe emersa “la sofferenza fetale”, ma la dottoressa non avrebbe colto i segnali e le “circostanze che avrebbero imposto la notevole anticipazione del parto”.

Errori che anche i giudici contabili hanno riconosciuto, condannando la professionista a risarcire l’Usl. Nei mesi scorsi la Corte dei conti aveva condannato un’ostetrica e una ginecologa per gli stessi fatti a pagare un risarcimento di 190mila euro sempre all’Usl.

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