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Umbria, mamma picchia l'amichetta della figlia, risarcisce il danno ed evita il processo

Alla base dell'aggressione un fidanzatino conteso dalla due ragazzine

Il danno è stato risarcito e la querela ritirata, quindi il processo a carico di una signora di 53 anni, difesa dall’avvocato Barbara Calzini, per aver picchiato un’amica, minorenne, della propria figlia si chiude con un non doversi procedere.

Secondo l’accusa la donna l’aggressione sarebbe stata scatenata dalla passione verso lo stesso ragazzo e dalla gelosia. Un’aggressione che aveva portato i genitori della ragazza picchiata, costituitisi parte civile tramite l’avvocato Maria Bruna Pesci, a sporgere querela.

La Procura di Perugia aveva contestato alla donna il reato di lesioni, con l’aggravante dell’abuso di autorità e di relazioni domestiche, nei confronti dell’amica della figlia per averla spinta contro una ringhiera e averla colpita con “schiaffi, pugni, graffi, morsi, tirandole i capelli e stringendole le mani al collo”.

Dall’aggressione era scaturito uno stato di ansia e panico e lesioni varie guarite in meno di venti giorni. Dopo alcune udienze e una serie di trattative il danno è stato risarcito e la querela ritirata, quindi con l’attuazione della riforma Cartabia il reato non è più perseguibile e il processo si è concluso.

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