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Il figlio vuole andare a vivere con il padre, il giudice dice sì e impone alla madre di versare il mantenimento

Il Tribunale di Spoleto aveva respinto la richiesta, la Corte d'appello ha ribaltato la sentenza riconoscendo le ragioni del ragazzo

Un ragazzo di quasi 17 anni può decidere se vivere con la madre o con il padre, dopo la separazione della coppia? Secondo il Tribunale di Spoleto la risposta è “no”. Per la Corte d’appello, invece, la risposta è “sì”.

Dopo la separazione, il figlio era stato collocato in prevalenza dalla madre, mentre il padre aveva diritto di visita e di tenerlo con sé alcuni giorni a settimana.

Raggiunta l’età di 16 anni, però, il ragazzo, anche a seguito del trasferimento della madre in un piccolo centro della Media Valle del Tevere, aveva espresso il desiderio di andare a vivere con il padre. La madre si era opposta e la questione era stata sottoposta al giudice del Tribunale civile di Spoleto.

Pur riconoscendo la maturità del ragazzo, il giudice non aveva rilevato criticità nel rapporto con la donna, quindi aveva respinto l’istanza.

Il padre e il ragazzo, tramite l’avvocato Silvia Barontini avevano presentato un reclamo alla Corte d’appello, sottolineando che il ragazzo aveva già compiuto nel frattempo 17 anni e presto sarebbe stato maggiorenne. Inoltre non erano state rilevate difficoltà nei rapporti con i genitori tali da impedire l’accoglimento della volontà del giovane.

Il ricorso, quindi, è stato accolto, con il figlio collocato presso il padre, con la madre che lo terrà con sé un giorno alla settimana e il fine settimana, alternato. I giudici della Corte, però, hanno stabilito che debba essere la donna, assistita dall’avvocato Cristina Cruciani, d’ora in poi, a versare un mantenimento per il figlio.

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