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IL PUNTO | Cosa sta accadendo nel centrodestra umbro? Aria di rimpasto in giunta regionale

Le parole del vicepresidente della giunta regionale, Roberto Morroni, sul presente e futuro di Forza Italia e il suo ruolo nel centrodestra, potrebbero trasformarsi in una propulsiva che provocherebbe il già precario domino del centrodestra regionale. L’ultimo tassello si chiama “giunta Tesei”.

Le dichiarazioni del vicepresidente della giunta regionale, Roberto Morroni, che auspica una rifondazione del partito di Berlusconi e a un contrappeso decisamente più importante all’interno delle dinamiche del centrodestra sbilanciato troppo a destra, sono state la classica scintilla che ha acceso una miccia corta e troppo vicina alla dinamite.

Un intervento affondato chirurgicamente per innescare una reazione non solamente all’interno del suo partito ma dentro tutto il centrodestra regionale. La risposta del segretario della Lega Umbria, Virginio Caparvi, sa di guanto di sfida a Morroni e a Forza Italia e rimette in gioco tutta la governance della giunta Tesei.

Forza Italia a un bivio

Nelle sue dichiarazioni, il vicepresidente della giunta Morroni ha il tono da segretario regionale di partito. Parla a tutto tondo: dalla revisione di una nuova classe dirigente in FI dopo i continui risultati deludenti dalle competizioni amministrative, alla riproposizione di una vera cultura liberale, per arrivare all’attacco poco velato nei confronti di una politica populista e anti europea. Una presa di posizione netta che, nei fatti, sarebbe spettata al sindaco di Perugia, Andrea Romizi, titolare della poltrona regionale di FI il quale, però, è molto legato ai diretti collaboratori della Tesei. Sembrerebbe, infatti, che fu lo stesso Romizi a proporre (o imporre?) Roberto Morroni come figura di spicco all’interno della giunta regionale dopo il rifiuto del meloniano Marco Squarta, che aveva scelto la presidenza del consiglio.

Un’opzione che aveva generato profondi dissapori all’interno della segreteria di Fratelli d’Italia e che ancora oggi rappresenta un buco di governo per il secondo partito del centro destra. Esponente di una visione “centrista” di Forza Italia, forte dell’esperienza socialista, il vicepresidente della giunta si fa portavoce di una corrente interna al partito di Berlusconi che non ci sta alle cifre ormai residuali di consenso popolare emerse anche dalle ultime amministrative. Parole che rilanciano una rifondazione del partito che, negli intenti, vorrebbe distinguersi dall’onda populista e anti europea propugnata da “alcune” correnti politiche.

Un attacco indiretto, ma non troppo, verso gli alleati della coalizione e che apre un’ulteriore crisi di identità da parte di una frangia del partito che non si ritrova più nelle politiche di governo dell’attuale centrodestra. Una presa di posizione che, visti i numeri di Forza Italia, non cambierà le sorti della linea politica della coalizione. Piuttosto andrà a dipanare un bivio, almeno in Umbria, verso chi vorrà solcare un’area liberale mitigata al centro, e chi deciderà di continuare, forse con altra casacca, a stare dentro il contenitore del centrodestra. Ciascuno farà il suo gioco ma la palla torna nella tribuna della giunta, che sta meditando se mettere fuori gioco Forza Italia o continuare a fare buon viso a cattivo gioco.

La Lega scopre le carte e va all’attacco. Ma c’è aria di tempesta in casa

Non l’hanno presa bene in casa Lega ma, a ben vedere, l’uscita sui giornali di Morroni è stata la tanto attesa occasione per scoprire finalmente le carte e definire, senza troppi giri di parole, la posizione del carroccio nei confronti di Forza Italia e Morroni. A parlare è il segretario Caparvi che allarga la ferita aperta dal vicepresidente della giunta e gli ricorda che se siede accanto alla Tesei lo deve anche alla valanga di voti ottenuti da quei partiti che lui definisce populisti e che hanno cambiato i destini dell’Umbria dopo 50 anni. Poi, da politico l’attacco si fa personale. Caparvi accusa Morroni di non ascoltare le continue richieste di attenzione da parte dei consiglieri della Lega circa la questione del rinnovo provvisorio dei tesserini per i cacciatori che rischia di rallentare irrimediabilmente la stagione venatoria.

Un esempio, secondo il segretario della Lega Umbria, di sordità selettiva del vicepresidente della giunta che sta generando grande instabilità. Ma la situazione, come sempre, è decisamente più complessa. In casa Lega le acque si sono agitate sin dal giorno successivo alle regionali del 2019. Morroni, come si sa, non avrebbe dovuto ricoprire il ruolo esercitato attualmente che, se non appannaggio di FdI, avrebbe dovuto essere ricoperto da un esponente del carroccio. Dopo il diktat messo in bocca a Salvini e frutto di una lotta intestina fra i parlamentari umbri della Lega circa il divieto di mantenere la doppia carica di consigliere e assessore, il banco è definitivamente saltato.

Secondo gli schemi iniziali, infatti, la presidenza del consiglio sarebbe spettata al consigliere di maggioranza che avrebbe ottenuto più voti (quindi in quota Lega), poi un’equa spartizione degli assessorati con un membro di FdI, due della Lega (tre, se non fosse stato eletto un leghista come presidente del consiglio), uno in quota Tesei e uno esterno.

Dopo l'introduzione della nuova direttiva, è iniziata la bagarre emersa con la "resistenza" dell’assessore Melasecche, deciso a non fare un passo indietro circa la sua doppia posizione e che, si vocifera, dovrà compiere una scelta entro fine anno. Una “regola” che non tutti i consiglieri regionali di maggioranza vedono di buon occhio, anche perché genera costi pari a 1,5 milioni di euro in cinque anni di ulteriori indennità. In casa Lega, quindi, non è tutto rose e fiori e molto ha a che vedere con la tenuta del gruppo politico consiliare, manovrato dai movimenti dei parlamentari umbri, nei confronti dei precari equilibri di giunta.

Fratelli d'Italia fa pressioni per entrare in giunta ma è presente nelle aziende regionali

L’ultimo tassello, il più delicato, è nelle mani di Fratelli d’Italia. Dopo la scelta di Squarta di sedere sullo scranno più alto di Palazzo Cesaroni e defilarsi così dalle trame insidiose della giunta, il partito della Meloni non ha rappresentanti diretti all’interno del board di governo. Un “handicap” che, dopo un anno dal nuovo corso regionale, inizia a pesare notevolmente all’interno del partito.

La richiesta è sempre la stessa: rivedere l’impostazione della giunta per inserire, quando verrà a delinearsi il destino di qualche assessore "traballante", una figura legata a FdI decisamente più rappresentativa dell’assessore Fioroni. Questa è, almeno sulla carta, la speranza più o meno inconfessabile della segreteria regionale del partito della Meloni e più volte da lei sollecitata. Tuttavia, sembrerebbe che soggetti legati a vario titolo a Fratelli d’Italia rivestano già importanti funzioni all’interno di cinque grandi aziende/istituzioni controllate dalla regione Umbria come Sviluppumbria, Afor, Umbraflor, Villa Umbra e il Corecom.

Aria di rimpasto

La situazione, pertanto, appare molto più complessa e profonda rispetto alle schermaglie – seppur dure - fra i partiti e ha a che vedere con una disarmonia tutta interna sia alla coalizione di centrodestra e che ai singoli partiti nei confronti dell’atteggiamento del governo Tesei. Un senso di scollamento che si respira forte a Palazzo Cesaroni fra una frangia di consiglieri regionali di maggioranza che lamenterebbero difficoltà a trovare disponibilità di interlocuzione con alcuni membri della giunta, compresa la presidente. Si attendono le prossime mosse che potrebbero portare, anche in tempi relativamente brevi, a un rimpasto di governo.

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