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Interessi e costi illegali, imprenditore batte la banca e fa pignorare la cassa della filiale

Perugia, l’istituto di credito si salva all’ultimo momento con un assegno circolare con la somma disposta dal giudice in sentenza

Un imprenditore batte la banca e ottiene il pignoramento di quanto ha in cassa la filiale a garanzia della somma assegnata dal giudice.

Accade a Perugia dove un imprenditore, assistito dall’avvocato Daniele Fantini, ha citato in tribunale la banca “per violazione delle disposizioni in tema di usura, per anatocismo, per applicazione abnorme della commissione di massimo scoperto, per spese non dovute, nonché per indebita variazione dei tassi di interesse in maniera unilaterale e non concordata”.

A fronte di queste contestazioni, l’imprenditore aveva avanzato una richiesta di rimborso di 221.592,68 euro. Fallita la mediazione, le parti erano andate davanti al giudice e a colpi di documenti, eccezioni, consulenze tecniche, primo grado e appello, la spuntava l’imprenditore con una sentenza che gli assegnava 132.353,03 euro di risarcimento, con la somma che tra interessi e spese arrivava a 165mila euro.

La banca non pagava e faceva ricorso per Cassazione. La difesa dell’imprenditore, quindi, presentava una richiesta di precetto prima, e di pignoramento mobiliare poi. L’ufficiale giudiziario si è presentato presso la sede della banca e ha pignorato la cassa dell’istituto di credito.

Con l’ufficiale giudiziario in ufficio, la banca ha tentato l’ultimo colpo: un assegno circolare dell’importo dovuto, ottenendo così l’annullamento del pignoramento.

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