Pnrr Umbria, sul tavolo ci sono 3 miliardi e mezzo di euro per opere e infrastrutture
La presidente Tesei incontra segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil per informarli su andamento e stato attuazione progetti
Tre miliardi e mezzo di euro per interventi e progetti legati al Pnrr Umbria. La presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, ha incontrato i segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil, rispettivamente Maria Rita Paggio, Angelo Manzotti e Maurizio Molinari, all’interno della cornice del “Protocollo per la partecipazione delle organizzazioni sociali alla gestione del Piano nazionale di ripresa e resilienza”. Lo scopo, quello di fornire informazioni, in seguito a quanto già reso noto in atti ufficiali (Defr e documento di attuazione di programma), sull’andamento e lo stato di attuazione dei progetti legati al cosiddetto Pnrr Umbria.
Al 6 settembre, l’importo complessivo delle risorse a valere sul Recovery italiano che coinvolgeranno opere e infrastrutture regionali, come verrà rappresentato in una imminente informativa di Giunta nonché nel redigendo Defr 2024-26, ammonta, considerando anche le opere interregionali che ricadono in Umbria, a circa 3,5 miliardi di euro.
Tale cifra è composta per il 90% da opere che superano il milione di euro e che corrispondono a 293 progetti dei 3.500 totali. Di questi, la Regione è soggetto attuatore di interventi che ammontano a 217 milioni di euro.
I sindacati hanno sollevato i temi dell’impatto in Umbria dell’eventuale definanziamento di alcuni progetti, della componente precedentemente finanziata della Orte-Falconara e dello stato di attuazione del Pnrr Idrogeno, argomenti di cui si sta discutendo in sede governativa e di Commissione europea. La presidente ha rassicurato che gli uffici regionali stanno monitorando la situazione dove non vi è, ad oggi, nessuna certezza di definanziamento definitivo.
Per ciò che concerne l’idrogeno, si sta invece procedendo con le attività necessarie al proseguimento delle progettualità. Per le opere minori, nella eventualità che alcune di esse fossero definanziate, vi potrebbe essere la possibilità di intervenire con altre fonti di copertura finanziaria nazionale.