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L'ultimo dossier mafie in Umbria | Il peso del clan Nigeriano cresce: dominio sull'eroina, legami internazionali e schiaviste donne al potere

Negli ultimi anni è il sodalizio stranieri che, seppur silenziosamente, si è imposto rispetto ai clan tunisini. Spietati nella tratta delle schiave

Veri e propri sodalizi mafiosi (in senso tradizionale) o semplicemente bande del crimine? E' una domanda a cui ancora non c'è una  risposta ufficiale. Anche se nel dossier Antimafia del Ministero dell'Interno redatto con la Dia e fornito ai parlamentari italiani il crescente fenomeno della criminalità nigeriana è ben documentato come e quanto quelle delle mafie tradizionali. Ma da Perugia con le inchieste “Pusher 3-Piazza Pulita”1 e “Nigerian Cultism” arrivano conferme di un sodalizio organizzato con la casa madre in Nigeria con diramificazione in tutta Europa e covi freddi dove ospitare soldati e capi-clan. La mafia Nigeriana sta crescendo e sta mostrando il suo volto rispetto al passato: non a caso sempre nel capoluogo umbro si è risaliti, come riporta il dossier, all'arresto il capo (nominato ibaka) della locale confraternita cultista “SUPREME EIYE CONFRATERNITY”. Oltre che a decine di arresti in tutto il centro nord.

I Nigeriani hanno conquistato potere a Perugia in particolare riuscendo ad acquisire quasi il monopolio del mercato dell'eroina (sottratto ai clan tunisini ormai ridotti a comprimari dello spaccio o utilizzati come semplici spacciatori), mantenendo il dominio sull'erba e gestendo il business della prostituzione di strada a basso costo: 30 euro per un rapporto in auto e 50 in appartamento. Circa un centinaio le ragazze che ogni anno vengono gestite nel perugino e in provincia. Ma tornando alla droga: la mafia nigeriana, come parte di quella albanese, gestisce in proprio la filiera della droga che arriva dalla casa madre tramite corrieri o dai carichi del Nord Europa. Senza passare per le mafie di casa nostra, Camorra in particolare.

Almeno questo vale per il Centro Italia. Una mafia senza scrupoli, sul modello di quelle dell'est, che gestisce la tratta delle ragazze con metodi arcaici ma efficaci: "sfruttamento sessuale di vittime connazionali minacciate ed assoggettate psicologicamente attraverso pratiche “voodoo” e “ju ju”. Le zone principali sono Pian di Massiano e la strada di San Giovanni del Pantano. Le ragazze, in alcuni casi minorenni, sono gestite e minacciate dalle loro Madame - spesso ex prostitute che si sono affrancate, spietate e che curano i culti arcaici - con riti di magia nera e devono rimborsare debiti insostenibili per ripagare il viaggio dalla Nigeria e l’alloggio in Umbria. Il ruolo dunque delle donne è forte anche nell'organizzazione e di certo sembra ricalcare il potere delle donne nella camorra quando viene meno il capo-famiglia. 

Fanno credere alle povere schiave, prese in villaggi, che in caso di fuga o ribellione la magia si abbatterà sui loro familiari. Il debito si aggira intorno ai 25-30mila eurpo e l'organizzazione fa credere che in due-tre anni sarà tutto ripagato dato che saranno impiegate come modelle, estestiste, ballerine o parrucchiere. Tutto falso. Non risultato particolari scontri tra clan nigeriani, un segnale questo di una organizzazione granitica o in grado di spartirsi il territorio senza destare particolare allarme sociale. A differenza dei clan della droga tunisini che spesso si sono affrontati con dei veri e proprio duelli rusticani.  

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