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Umbria, maltratta l'ex moglie e la convivente, tolte armi e munizioni: "Violenza e mancato autocontrollo, non ci sono garanzie di sicurezza"

Il Tribunale amministrativo regionale dell'Umbria respinge il ricorso di un cittadino contro il divieto di detenere fucili e cartucce e contro la revoca della licenza di caccia

Gli episodi di violenza in famiglia, per alcuni dei quali è arrivata la condanna mentre per altri è intervenuta la prescrizione o la remissione di querela, non consentono il rilascio della licenza di caccia e di detenere armi.

Lo ha stabilito il Tribunale amministrativo regionale dell’Umbria nel rigettare il ricorso di un cittadino, assistito dall’avvocato Alessandro Bacchi, che chiedeva la revoca del decreto prefettizio con il quale gli erano stati tolti armi e licenza.

Il provvedimento era stato emesso in quanto risultavano a carico dell’uomo denunce e procedimenti penali per i reati di minaccia aggravata, lesioni personali, maltrattamenti in famiglia e ingiuria. Episodi, ritenuti “di violenza o quanto meno di mancato autocontrollo” dalle autorità, che avevano coinvolto l’uomo e i suoi rapporti con due donne: la ex moglie e l’attuale convivente.

I giudici amministrativi hanno ricordato che “la detenzione di armi non costituisce un fatto ordinario, ma eccezionale, e può essere autorizzata in deroga al generale divieto di portare e detenere armi”, una deroga rilasciata “nei confronti di persone riguardo alle quali esista la completa e perfetta sicurezza circa il ‘buon uso’ delle armi stesse” e che basta “la sussistenza di circostanze che dimostrino come il soggetto non sia del tutto affidabile al loro uso” per arrivare alla revoca.

Nel caso in esame, per i giudici del Tar, “restano immutate le ragioni che dettero luogo al divieto”, e che “la gravità dei suoi comportamenti tenuti nel corso degli anni [non dia] garanzia di una piena affidabilità nella detenzione delle armi”.

Dagli atti del procedimento “emerge che, oltre alle vicende che ... avevano condotto all’emanazione del divieto detenzione armi e munizioni – originate da ‘forti dissapori’ tra l’istante e la sua ex moglie che avevano condotto nel corso degli anni a reciproche querele – a carico del … - risultano successivi numerosi pregiudizi di polizia per reati contro la famiglia, lesioni, reati finanziari, minaccia, ingiuria, violazione di domicilio e truffa; inoltre ... l’attuale compagna del ricorrente ha sporto querela, poi rimessa, per reati di atti persecutori, lesioni e maltrattamenti in famiglia”. Da qui il rigetto del ricorso e la conferma del divieto di detenere armi e munizioni.

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