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Martedì, 16 Aprile 2024
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Umbria, minacce e insulti ai carabinieri dopo la multa per violazione della zona rossa: in due davanti al giudice

I militari avevano fermato le due persone per un controllo ad aprile dello scorso anno, trovati per strada senza motivo: dopo la sanzione scatta la violenta aggressione

Minacce e oltraggio a pubblico ufficiale, solo perché li avevano fermati per un controllo. Una violenza verbale e fisica senza precedenti nei confronti di due rappresentati delle forze dell’ordine che svolgevano il proprio lavoro. I due erano stati fermati il 22 aprile del 2020, in piena zona rossa, mentre a piedi chiacchieravano con altre due persone, in auto. Gli occupanti dell’auto erano spariti velocemente, i due a piedi erano stati sottoposti a controllo.

Le due persone, un 48enne e un 43enne, italiani, difesa dagli avvocati Vissia Conti ed Elena Ferrara, sono accusate di aver insultato e minacciato due carabinieri con l’intento di “indurli a desistere dal compiere atti del proprio ufficio, nonché, in presenza di più persone minacciavano e offendevano il loro onore e decoro”.

I due militari avevano fermato le due persone, a piedi, lungo una strada di periferia. Alla richiesta dei documenti, i due avevano iniziato a dire: “Adesso vediamo che voglio questi due c…, ma chi sono?”. Richiesti nuovamente dei documenti li presentavano, uno la carta d’identità, l’altro la denuncia di smarrimento. E mentre i militari controllavano i documenti, i due proseguivano: “Sono due c…, lasciamoli fare che non capiscono un c…, se vogliamo vi rompiamo il c…, siete di pezzi di m…”.

Uno dei due aggiungeva: “Io sono campione italiano di pugilato, adesso vi stendo con due pugni e vi ammazzo”. L’amico gli dava man forte: “Siete delle m…, io posso ammazzarvi e lasciarvi qui … siete degli s… c…”.

A quel punto i carabinieri chiamavano un’altra pattuglia e nel mentre scattava la sanzione amministrativa per violazione delle norme anti Covid. Davanti alla multa i due si facevano ancora più agressivi: “Non sono c… vostri se sono qui … io vi ammazzo. E poi il ristorante qui di fronte è mio e allora?”.

L’amico insisteva: “Avete sbagliato la giornata per venire a rompermi i c… mi ha lasciato mia moglie e mi girano i c…”.

Mentre i militari stendevano il verbale uno dei due si avvicinava al capopattuglia, infilando la testa nel finestrino dell’auto di servizio e continuava a minacciare e insultare: “Testa di c… che stai facendo, io sono inc… mi è morta la moglie ieri e sono così fuori che ti ammazzo con due cazzotti, lo sai che sono campione italiano per otto anni di fila” e batteva le mani contro lo sportello della vettura.

Anche l’altro si avvicinava al capopattuglia e pretendeva di vedere il tesserino di riconoscimento: “C… io ce l’ho con te, ma il tuo collega … dimmi come ti chiami, voglio vedere il tuo tesserino, fammelo vedere”.

Finito di redigere il verbale i carabinieri chiedevano ai due se volessero aggiungere delle dichiarazioni, al ché uno dei due prendeva il foglio del verbale, lo gettava a terra e diceva: “Con questi me ce pulisco, siete delle m… e non voglio prenderli”. I due sono stati citati direttamente a giudizio davanti al giudice Sonia Grassi e i militari si sono costituiti parte civile, tramite l’avvocato Fabio Maddalena.

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