rotate-mobile
Sabato, 20 Aprile 2024
Notizie dall'Umbria

Umbria, figlio minaccia la madre: "Se non mi date i soldi vi butto tutti di sotto dal balcone". Per la Cassazione è estorsione

L'uomo era finito in manette all'inizio dell'anno per le violenze nei confronti della donna: rigettata l'istanza di scarcerazione. Accaduto ad Umbertide

Maltratta e minaccia la madre, chiedendo soldi in continuazione. Arrestato, rilasciato e messo ai domiciliari, torna in carcere dopo le indagini sulle violenze e prova il ricorso in Cassazione per tornare libero.

Protagonista della vicenda una 29enne albanese, difeso dall’avvocato Raffaello Agea, “indagato per il reato di estorsione ai danni della madre”, accusa per la quale è finito in carcere. Il suo difensore “vista l'assenza di violenza nel comportamento di ..., avrebbe dovuto trovare applicazione la causa di non punibilità” solo “le condotte connotate da violenza, aveva fatto salve quelle connotate da minaccia” previste dagli articoli relativi del codice penale.

Nel ricorso si lamenta “la mancata trasmissione della fonoregistrazione dell'interrogatorio dell'indagato e/o della sua trascrizione” e della sola trasmissione “del verbale di interrogatorio in forma riassuntiva”, eccependo “che il convincimento del Tribunale era inquinato da quanto narrato dalla polizia giudiziaria intervenuta in occasione dell'episodio del 27 dicembre 2021 che, tuttavia, essendo coperto dalla causa di non punibilità” non avrebbe potuto “essere considerato elemento a carico dell'indagato”.

Per i giudici della Cassazione iI ricorso è inammissibile in quanto “i reati consumati di rapina, estorsione e sequestro di persona a scopo di estorsione sono esclusi” dalla non punibilità e “l'interrogatorio di indagato in stato di detenzione” non determina “l'inefficacia della misura cautelare”.

Dal verbale di interrogatorio, inoltre, “il ricorrente lamenta infatti che la versione della madre, secondo cui vi sarebbero state continue richieste di denaro, sarebbe incompatibile con il fatto che egli dimorava a Città di Castello, e quindi deduce l'inattendibilità della stessa; tale dato, assolutamente irrilevante vista la distanza tra Umbertide (luogo di residenza della madre) e Città di Castello (19 km), non scalfisce in alcun modo l'attendibilità della denunciante, riscontrata dall'episodio del 27 dicembre 2021 cui hanno assistito anche gli agenti operanti, nel corso del quale il ricorrente aveva proferito la frase, rivolta ai genitori ‘se non mi date i soldi vi butto tutti di sotto dal balcone’, afferrando per il collo la madre, per cui è ben credibile che già in altre occasioni avesse, come riferito dalla denunciante, ottenuto somme di denaro tramite minaccia”.

Ne consegue il rigetto del ricorso e la condanna “del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende che, in ragione delle questioni dedotte, si stima equo determinare in euro 3.000”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Umbria, figlio minaccia la madre: "Se non mi date i soldi vi butto tutti di sotto dal balcone". Per la Cassazione è estorsione

TerniToday è in caricamento