Sbaglia l’importo da versare sulla carta ricaricabile e il promotore finanziario sparisce con i soldi del cliente
È successo a Sigillo, in provincia di Perugia: uomo sotto processo per truffa con l’accusa di aver incassato il denaro per una pratica di prestiti online
Prestiti immediati senza dover fornire garanzie e con poche spese di istruzione della pratica, ma ci rimette quasi mille euro.
Un promotore finanziario di 42 anni, difeso dall’avvocato di Perugia Giuseppe De Lio, è finito davanti al giudice con l’accusa di truffa “perché con più azioni esecutive di uno stesso disegno criminoso, con artifici e raggiri consistiti nell’inserire pubblicità via internet circa la possibilità di accedere tramite una finanziaria a prestiti senza dare garanzie”, dopo aver avuto l’adesione della vittima, “mediante compilazione di schede online, nel contattare lo stesso con messaggi su Whatsapp, avrebbe dato indicazioni asseritamente volte all’acquisto di sei marche da bollo dal prezzo di 7 euro ciascuna per la somma complessiva di 42 euro” per l’apertura della pratica. Somma che veniva corrisposta tramite ricariche effettuate presso un bar. Per la procura non c’era alcuna pratica e così l’imputato si sarebbe procurato un ingiusto profitto.
Il caso e l’errore umano, inoltre, influivano sulla presunta truffa, in quanto dopo aver definito la pratica, l’imputato “richiedeva ulteriori 7,80 euro, ma per errore del titolare” del bar dove veniva effettuata la ricarica, risultava “un versamento per 780 euro”. Contattato telefonicamente dalla vittima, l’imputato si diceva “disponibile alla restituzione dei 780 euro, ma richiedeva il pagamento di alcune spese che avrebbe dovuto sostenere”: cioè 79.80 per spese d’ufficio, 21 euro di imposta di bollo, successivamente ridotte a 40 euro, più ulteriori richieste di 21 e 30 euro, per un totale pagato di 91 euro, “procurandosi così un ingiusto profitto di 871 euro” perché non restituiva la somma incassata ingiustamente in precedenza.
I fatti sono avvenuti a Sigillo tra il 3 e il 7 settembre del 2020 e dopo la denuncia della vittima l’imputato è stato citato direttamente a giudizio davanti al Tribunale penale di Perugia.