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Venerdì, 19 Aprile 2024
Notizie dall'Umbria

Prende a bastonate l'ex datore di lavoro per farsi pagare il Tfr, nei guai il dipendente e due amici

In tre si sarebbero presentati in azienda e dopo aver picchiato l'uomo avrebbero richiesto 50mila euro. Minacciati anche la moglie del datore di lavoro e i nipoti: "Sgozzo tutti"

Ex datore di lavoro preso a bastonate per costringerlo a pagare il Tfr al dipendente licenziato e anche minacciato di morte se chiamava le forze dell’ordine. Tre persone, un macedone di 46 anni, un laziale di 48 anni e un abruzzese di 31 anni, tutti residenti a Panicale, sono accusati di estorsione, minacce e lesioni nei confronti di un imprenditore di Tavernelle di 74 anni.

Secondo l’accusa i tre “in concorso tra loro, agendo in più persone riunite, compivano atti idonei, diretti in modo non equivoco a costringere il …, con violenza e minaccia, a consegnare loro la somma di 50.000 euro in modo da procurarsi il relativo ingiusto profitto”.

Nella ricostruzione effettuata dalla parte offesa in denuncia, i tre si sarebbero recati nella sede della cooperativa agricola gestita dalla persona offesa, a bordo di un’autovettura, una volta scesi nel piazzale “aggredivano” la vittima e uno dei due, dopo aver raccolto da terra un pezzo di legno, “lo colpiva ad un braccio e ad una gamba con un bastone di legno ed entrambi lo minacciavano dicendogli che, qualora non avesse versato entro tre giorni la somma di 50.000 euro, lo avrebbero fatto fuori unitamente ai suoi nipoti”.

Uno dei due imputati, il cittadino macedone, ha “in corso un contenzioso lavoristico legato alla corresponsione del Tfr e di alcune mensilità di stipendio per circa 15mila euro, avendo lavorato in passato alle dipendenze del secondo. Tra i due è in piedi anche una causa civile perché il macedone avrebbe ricevuto a titolo legato testamentario” da una signora “terreni e fabbricati dei quali” la vittima “reclama l’acquisto per usucapione”. Dopo aver ricevuto tale eredità, racconta l'ex datore di lavoro, l'uomo non si era più presentato al lavoro e licenziato.

L’accusa è anche quella di lesioni per aver, appunto, colpito la vittima con un bastone, provocando “lesioni personali consistite in escoriazione superficiale, algia, tumefazione e dolorabilità alla palapazione al terzo medio superficie posteriore del braccio destro e del terzo distale superficie posteriore della coscia destra e del cavo popliteo, giudicate guaribili in 7 giorni”.

Uno dei due è accusato di minacce nei confronti della compagna della vittima, “intervenuta in suo soccorso” con l’intenzione di chiamare le forze dell’ordine, veniva ripresa da uno degli aggressori che le intimava di stare “zitta altrimenti ti taglio la gola” e invitato a calmarsi le diceva “non c’è niente da parlare, voglio 50.000 euro in tre giorni”.

I fatti sono avvenuti il 5 agosto del 2020 a Panicale. I tre sono difesi dagli avvocati Fabio Maddalena, Michele Nannarone e Antonello Nicolucci. La vittima si è costituita parte civile tramite l’avvocato Riccardo Betti.

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