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L'Umbria e due anni di crescita. La previsione Aur: "Gli investimenti Pnrr e il piano Regione: + 4% di Pil"

I ricercatori hanno operato una simulazione delle ricadute degli 1,7 miliardi di euro del Piano di ripresa e resilienza assegnati all’Umbria. Tesei: "Oltre queste risorse, il nostro piano energetico e l'accordo raggiunto con la Ue per i fondi comunitari"

“Si tratta di una prima stima da cui emerge che ogni 100 euro investiti possono generare 92,3 euro di Pil (Prodotto interno lordo). A livello di Pil è previsto un impatto in aumento, al netto, di 3,8 punti percentuali: una cifra consistente se si considera che, con la stessa simulazione, l’aumento del Pil nazionale è stimato in 2,7/3,2 punti percentuali”: sono cifre che, se confermate nell'atto pratico, indicano una seconda giovinezza per l'Umbria sia in termini economici che occupazionali, un tema quest'ultimo legato a doppio filo con lo spopolamento causato - oltre che dai pochi nuovi nati - anche dalla fuga di molti giovani laureati e dalla scarsa attrattiva per lavoratori provenienti da fuori-regione. I dati sono il frutto della cruciale simulazione degli effetti degli investimenti del Pnrr - già approvati dal Governo - quando saranno calati sul reale e sul territorio da qui ai prossimi 10 anni. Lo studio - “L’Umbria (e l’Italia) in transizione. Dalla crisi energetica alle risorse del PNRR” - rientra nella Relazione semestrale economico-sociale messa a punto dall’Agenzia Umbria Ricerche, che ha analizzato quadro congiunturale e prospettive. Un testo considerato una sorta di bussola per la Giunta regionale per affrontare il difficile 2023 - recessione e caro-energia fanno paura - dopo l'incredibile cambio di marcia avvenuto negli ultimi 3 anni e che ha permesso di affrontare con speranza e aziende in piedi questo difficile 2022. 

IL NOSTRO FUTURO/2 - Gli effetti del Pnrr, fondi Ue e Piano Energetico, le vie all'occupazione: ecco quanti posti in più in 4 anni

"L’andamento economico complessivo per la prima parte dell’anno 2022 – si rileva nella Relazione - è sintetizzabile in una crescita del Pil regionale che, secondo Banca d’Italia, è allineata al dato nazionale e quantificabile intorno al 5,5 per cento rispetto allo stesso periodo del 2021. Tuttavia, il 2022 è un anno contrassegnato anche dal forte rincaro dei prezzi dell’energia, che per l’intera economia umbra si tradurrà in un aggravio dei costi stimabile in oltre 1,5 miliardi di euro".  Con il vecchio sistema e con le ricette utilizzate per imprese, export e innovazione l'Umbria sarebbe sprofondata nel baratro come dimostrano tutti i report. Per fortuna dal 2020 - nonostante il covid - l'Umbria ha saputo reagire. La Presidente Tesei ha ribadito le strategie e la rivoluzione energetica favorita dalla regione che, insieme a Fondi Ue e Pnrr, saranno le armi per affrontare la prossima sfida-crisi del 2023. Una nuova crisi si profila per il 2023 – ha aggiunto – ma l’Umbria oggi è più forte e saprà gestirla al meglio, sostenendo famiglie e imprese. Determinanti saranno le risorse del Pnrr, così come quelle della nuova programmazione comunitaria che vedono l’Umbria in testa fra le Regioni che hanno chiuso l’Accordo con la Commissione europea, con la pubblicazione immediata di un bando per l’autoproduzione di energia da fotovoltaico da parte delle imprese, una manovra energetica senza precedenti. La Regione continuerà a fare la sua parte. Queste risorse e il lavoro di squadra che ne accompagna la programmazione e l’utilizzo, indirizzato anche per dotare la regione delle opere e delle infrastrutture di cui è stata troppo a lungo carente – ha detto – consentono di guardare con positività ai prossimi anni”.

Gli interventi programmati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, che è in procinto di entrare nel vivo, avranno inevitabili positive ricadute anche a livello locale, affiancandosi alle azioni specificamente pianificate su base territoriale, disegnate allo scopo di innalzare la competitività di sistema. Particolarmente importanti - si evince dalla relazione - per aggredire alcune delle croniche fragilità dell’Umbria potranno essere gli interventi finalizzati al miglioramento della viabilità, alla diffusione della digitalizzazione tra le imprese, al potenziamento della capacità scientifica e tecnologica.

L ’impatto più importante generato dal PNRR è rappresentato dall’insieme dei benefici a favore del sistema economico e sociale nel medio-lungo periodo, in termini di innalzamento della produttività, efficientamento dei servizi, potenziamento delle infrastrutture, miglioramento della qualità della vita. Insomma, futuro e occupazione per una Umbria più competitiva e e magari con qualche abitante in più... le condizioni ci sono tutte ma guai stavolta a sbagliare utilizzo delle risorse e indirizzo. L'assessore Michele Fioroni è consapevole che bisogna continuare a lavorare insieme alle imprese e trovare soluzioni comuni: "Il supporto dato alle imprese “favorendone l’espansione degli investimenti, con 50 milioni di euro, con misure di massa critica per incentivare i processi di innovazione e la sostenibilità energetica. Sono allo studio – ha detto ancora – nuovi strumenti finanziari, per accompagnare la crescita dimensionale delle imprese umbre. Risultati importanti sono stati già conseguiti sul fronte dell’export e sulle politiche attive per il lavoro, su cui continua l’impegno della Regione”.

I DATI DEGLI ULTIMI ANNI: LA SVOLTA - “Il 2021 - ha detto Mauro Casavecchia, illustrando alcuni dei dati della Relazione - è stato un anno di netta ripresa per l’economia umbra, sia sul fronte produttivo sia su quello occupazionale, con un andamento del Pil sostanzialmente allineato a quello nazionale. Il valore aggiunto è aumentato in termini nominali dell’8,2 per cento, con un incremento superiore a quello italiano, consentendo alla regione di recuperare completamente le perdite del 2020. La ripresa è stata trainata dalle buone performance del settore secondario, sia dell’industria in senso stretto sia delle costruzioni, che hanno entrambe collocato la regione molto al di sopra dei valori nazionali. L’andamento positivo è proseguito anche nei primi mesi del 2022, grazie all’aumento della domanda interna – sia quella per consumi delle famiglie sia per investimenti, sostenuta da uno sforzo senza precedenti delle politiche pubbliche, tripla rispetto al 2009 per famiglie e imprese – e di quella estera”. La domanda esterna è cresciuta “anche grazie alla buona consistenza dei flussi turistici nei primi otto mesi dell’anno, sia in termini di arrivi sia ancor più di presenze, lasciando prefigurare un rapido riallineamento ai livelli precedenti la pandemia”. 

L’andamento economico complessivo per la prima parte dell’anno 2022 – si rileva nella Relazione - è sintetizzabile in una crescita del Pil regionale che, secondo Banca d’Italia, è allineata al dato nazionale e quantificabile intorno al 5,5 per cento rispetto allo stesso periodo del 2021. "Tuttavia, il 2022 è un anno contrassegnato anche dal forte rincaro dei prezzi dell’energia, che per l’intera economia umbra si tradurrà in un aggravio dei costi stimabile in oltre 1,5 miliardi di euro, con il rischio di incrementare ulteriormente il numero di famiglie in povertà relativa”.

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