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Prende il reddito di cittadinanza, ma ha un'azienda e lavora: sotto processo per truffa

Per la Procura l'imputato avrebbe dichiarato il falso in merito alla residenza in Italia e di aver omesso proprietà e redditi

Le indagini sulla indebita percezione del reddito di cittadinanza arrivano al primo punto fermo con la giustizia: il processo in aula.

Un cittadino straniero, difeso dall’avvocato Diego Florio, è accusato di avere omesso “informazioni dovute, dichiarando di essere residente nel territorio italiano da almeno 10 anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo”, quando in realtà era in Italia solo dal 12 gennaio del 2018, al fine di “ottenere indebitamente il beneficio del reddito di cittadinanza”.

La Procura di Perugia contesta anche la truffa per aver presentato il 30 marzo del 2021 la domanda per il reddito con la falsa attestazione sulla residenza, “inducendo in errore il personale dell’Inps di Gubbio che, sulla scorta delle sue asseverazioni, riconosceva il beneficio economico di 675,33 euro per il solo mese di aprile 2021, procurando a sé un ingiusto profitto con un corrispondente danno per l’istituto previdenziale”.

L’imputato avrebbe anche omesso di dichiarare l’acquisto di “un’azienda per un valore di 10.000 euro e di aver iniziato una nuova attività lavorativa (nel periodo dal 05/05/2021 al 16/07/2021 registrava importi per vendite pari a 7.020,69 euro)” e le conseguenti “variazioni di reddito e patrimonio, anche se provenienti da attività irregolari, nonché altre informazioni dovute e rilevanti ai fini della revoca o della riduzione del beneficio del reddito di cittadinanza”. Secondo la difesa ci sarebbero degli errori e delle non corrette indicazioni da parte dello sportello sindacale nella gestione della pratica.

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