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Giovedì, 25 Aprile 2024
Notizie dall'Umbria

Perugia, presenta il ricorso in Cassazione con due giorni di ritardo. Estradato in Brasile

L'uomo è stato condannato per reati fiscali nel Paese sudamericano e aveva chiesto di poter scontare la pena in Italia

Condannato per reati economici in Brasile, la Corte d’appello concede l’estradizione, l'imputato non ci sta, ma sbaglia i tempi del ricorso per Cassazione. Protagonista della vicenda un italo-brasiliano per il quale la Corte di appello di Perugia ha concesso l’estradizione esecutiva avanzata dalla Repubblica federativa del Brasile per una sentenza del Tribunale federale brasiliano di Sao Josè do Rio Preto che lo ha condannato a tre anni e quattro mesi di reclusione per reati tributari, contro l'ordine economico e dei consumi, commessi in Brasile dal 1997 a tutto il 2000.

Secondo i giudici perugini l’estradizione era possibile “posto che i reati per i quali l'interessato aveva riportato condanna riguardano fatti che integrano gli estremi di analoghi delitti nell'ordinamento italiano” e dietro rassicurazioni del ministero della giustizia brasiliano “in ordine al trattamento penitenziario al quale sarebbe stato sottoposto ..., caratterizzato da un ‘regime aperto’ nel quale l'interessato sarebbe stato obbligato esclusivamente a prestare servizi in favore della collettività e a versare una somma di denaro”.

L’uomo ha presentato ricorso per Cassazione, sostenendo che essendo anche cittadino italiano avrebbe potuto scontare la pena in Italia, dove ormai risiede da anni non avendo più affari né famiglia in Brasile.

Nel ricorso, inoltre, si sostiene che “se trasferito in Brasile, verrà recluso in un carcere e sottoposto ad un regime con caratteri degradanti e di afflittività”.

I giudici di Cassazione non sono entrati neanche nel merito del ricorso, rigettandolo perché proposto “senza il rispetto del termine per impugnare” che decorreva “da mercoledì 26 ottobre 2022 e scadeva, dunque, mercoledì 9 novembre 2022, mentre il ricorso risulta essere stato depositato 1'11 novembre 2022”. Da qui il rigetto del ricorso, il via libera all’estradizione e la condanna a pagare 3mila euro alla Cassa delle ammende.

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