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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Ricostruzione post-sisma, l’atto d’accusa: ricostruzione al palo, solo poche risorse erogate

I geologi fanno il punto a quattro anni dal terremoto che sconvolse il Centro Italia: numeri imbarazzanti per un Paese civile

“A quattro anni dal primo dei terremoti che hanno sconvolto il Centro Italia, sia la ricostruzione pubblica che quella privata sono in forte ritardo e tale lentezza è dimostrata dal rapporto sulla ricostruzione post sisma 2016 presentato sabato dal Commissario alla ricostruzione, Giovanni Legnini”.

La denuncia porta la firma di Domenico Angelone, tesoriere del Consiglio nazionale dei geologi, in occasione del quarto anniversario dal violento sisma di magnitudo 6.0 che, il 24 agosto 2016, distrusse Amatrice e Accumoli, nel Lazio, e Arquata del Tronto, nelle Marche, provocando 299 vittime.

“Questi dati dimostrano che il bilancio dei lavori è tutt’altro che positivo - ha aggiunto Angelone - a partire dalla ricostruzione privata: dei 5.325 progetti approvati in questi quattro anni, 2.544 quelli già realizzati e 2.758 i cantieri in corso. Quattro anni di burocrazia e lungaggini che hanno portato a un ritardo ancora più evidente nella ricostruzione pubblica: basti pensare che dei 2,1 miliardi di euro già stanziati, le risorse effettivamente erogate ammontano a circa 200 milioni di euro, appena il 10% del totale”.

Un terremoto talmente violento da modificare la connotazione geografica del nostro Paese. “A fronte di un evento sismico del genere, che ha avuto ripercussioni profonde sugli aspetti economici e sociali di un’intera Regione – ha concluso - si sarebbe dovuta costruire da subito una corsia preferenziale per tornare ad una parvenza di normalità nel più breve tempo possibile, per gestire poi sul lungo periodo le attività di completamento in un quadro normativo ordinario. Invece i numeri, soprattutto quelli della ricostruzione privata, sono ancora imbarazzanti per un Paese civile. Senza poi voler entrare nel merito delle ricadute sui professionisti e sulle imprese che, ad oggi, non riescono ad incassare i loro crediti, sempre per questioni legate alla ridondanza dei controlli, delle verifiche e degli accertamenti”.

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