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Sanità, il grido dei sindacati: buco nero del personale, mancano oltre duemila tra infermieri e medici

Cgil, Cisl e Uil sbattono i pugni sul tavolo e incalzano la Regione: “Professionisti in fuga verso altri territori dove vengono garantite assunzioni a tempo indeterminato”. Verso lo sciopero il 9 dicembre

I sindacati lo mettono in chiaro fin da subito: i numeri sono quelli della Corte dei conti. A scanso di equivoci, insomma, il “buco nero del personale” della sanità non è un capriccio dei confederali o una semplice contrapposizione tra organizzazioni dei lavoratori e Regione Umbria. Delle 385 assunzioni fino a questo momento effettuate per la gestione dell’emergenza Coronavirus, “solo 22 sono a tempo indeterminato”. “La vicina Toscana – dicono Cgil, Cisl e Uil – ha messo sotto contratto 1.889 infermieri. L’Umbria 129, di cui solo 18 a tempo indeterminato”.

La conseguenza? Mandare il servizio sanitario regionale in crisi, ancora più di quanto non sia oggi, nonostante il grandissimo sforzo degli operatori che garantiscono la gestione dell’emergenza Covid e stanno facendo i salti mortali per appiattire la drammatica curva delle liste d’attesa.

Ma non solo. “Il 14 e 15 dicembre è stato bandito in Toscana un concorso a tempo indeterminato per infettivologi a cui parteciperanno molti candidati umbri. Se l’Umbria aspetta ancora, rischiamo di non avere più nessuno che partecipa ai concorsi. E rischiamo di perdere un patrimonio che si potrà ricostruire solo nei prossimi sette o dieci anni”.

La conferenza stampa di questa mattina non è però soltanto servita a rilanciare l’allarme sulla complicata gestione dell’emergenza Coronavirus. E per annunciare lo sciopero che il prossimo 9 dicembre toccherà tutto il comparto a livello nazionale. Ma per segnalare una più generale “sofferenza” della dotazione organica del servizio sanitario regionale e dunque la “situazione deficitaria” che caratterizza l’Umbria.

“Non possiamo pensare di continuare in questo modo. Serve un reclutamento importante di personale a tempo indeterminato per stabilizzare le dotazioni organiche e un accordo per premiare la produttività aggiuntiva”

Il decreto Ristori prevede ad esempio una dotazione di 240 infermieri di famiglia per implementare l’assistenza territoriale, ma più in generale “gli ordini professionali hanno indicato in almeno 1.500 il numero degli infermieri da assumere in Umbria e in 700/800 quello dei medici”, dicono i sindacati.

Per questo le 385 assunzioni degli ultimi mesi rischiano di avere lo stesso effetto di un’aspirina per un uomo che sta avendo un attacco di cuore.

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