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Truffa da cento milioni di dollari, l’avvocato dei dj più pagati al mondo davanti ai giudici Usa

Agli arresti domiciliari a Valfabbrica, ora il cittadino olandese verrà estradato negli Stati Uniti d’America su autorizzazione di giudici di Perugia: rischia fino a otto anni di carcere

Società di comodo a Cipro, schemi e trust finanziari per non pagare le tasse negli Stati Uniti. Secondo l’accusa, la truffa è da cento milioni di dollari e a realizzarla sarebbe stato un cittadino olandese, “noto avvocato e consulente finanziario” di due dei dj più pagati al mondo. L’uomo, agli arresti domiciliari a Valfabbrica, tornerà negli Stati Uniti per rispondere di evasione fiscale.

A darne notizia è la procura generale di Perugia che annuncia con una nota che la Corte di assise di appello di Perugia ha autorizzato la richiesta di estradizione verso gli Stati Uniti d’America di un cittadino olandese, con applicazione della custodia cautelare in carcere “per scongiurare il pericolo di fuga”.

L’uomo, spiega il procuratore generale Sergio Sottani con una nota, “noto avvocato e consulente finanziario”, già agli arresti domiciliari a Valfabbrica da aprile, “era stato colpito da mandato di arresto internazionale, emesso dal tribunale degli Stati Uniti per il distretto meridionale di New York, per aver messo in atto una truffa da cento milioni di dollari attraverso l’utilizzo di un sofisticato sistema di evasione fiscale a livello mondiale”.

Il cittadino olandese è accusato di “associazione a delinquere finalizzata alla frode in danno degli Stati Uniti” e di “aiuto e assistenza nella predisposizione di dichiarazioni dei redditi false e fraudolente a favore di due noti dj, che non risultano coinvolti nel procedimento di estradizione”.

Secondo le autorità americane il cittadino olandese è “gravemente indiziato di aver ideato e gestito complessi sistemi di evasione fiscale a livello internazionale per clienti di primario rilievo, trattandosi di due dj tra i più pagati al mondo, tramite la costituzione di società di comodo a Cipro, creando schemi e interponendo trust finanziari, consentendo così ai due clienti di sottrarsi agli obblighi fiscali verso gli Stati Uniti”.

Con questa sentenza i giudici perugini hanno “accolto la richiesta di estradizione passiva presentata dalle autorità statunitensi, evidenziando in questo modo anche per il nostro ordinamento la gravità del reato di evasione fiscale per il quale in America è prevista una pena che può arrivare fino a otto anni di reclusione”, conclude la procura generale di Perugia.

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