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Umbria mobilità, quattro rinvii a giudizio per l'inchiesta "romana"

Il processo si aprirà il 18 gennaio

Sono stati rinviati a giudizio i quattro imputati nel procedimento per il buco alle casse di Umbria mobilità. La Procura di Perugia contesta i reati di associazione per delinquere, corruzione aggravata, bancarotta fraudolenta, induzione indebita a dare o promettere utilità. Secondo l'accusa, l'allora direttore di Umbria Mobilità si sarebbe adoperato per far entrare l'azienda nel servizio di trasporto pubblico di Roma "incurante degli ingenti danni patrimoniali causati alle società umbre, dovuti a scelte aziendali apparentemente illogiche".

Sempre secondo l'accusa il direttore, "si poneva in una posizione di stabile asservimento nel periodo 1998-2016 condizionando la gestione delle società umbre e portandole ad assumere iniziative economiche contrarie a ogni logica aziendale nei rapporti con Cotri Scarl e Roma Tpl Scarl pur di soddisfare gli interessi dei sodali". Questo, ha ricostruito la Procura, in cambio di utilità personali, come consulenze, assunzioni fittizie, automobili. Il dibattimento si aprirà il 18 gennaio.

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