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Umbria zona arancione, Squarta: “Penalizzerà ulteriormente il commercio al dettaglio. Urgono ristori a favore della categoria”

Il Presidente dell’assemblea legislativa dell’Umbria Marco Squarta scrive ai colleghi delle altre regioni: “Si rende necessaria un’azione della Conferenza presso il Governo”

Una nuova colorazione ed ulteriori restrizioni previste. A partire da domenica 17 gennaio l’Umbria trasborderà in zona arancione, dopo l’ultimo giorno in fascia gialla, previsto per sabato 16. Il presidente dell’assemblea regionale Marco Squarta, scrivendo una lettera a tutti i colleghi delle altre regioni, mostra le proprie preoccupazioni a riguardo.

“Il Governo ha disposto ulteriori e prolungate restrizioni ad alcune regioni d’Italia mediante l’assegnazione del colore arancione. Un’assegnazione - esordisce Squarta - che penalizzerà ulteriormente il commercio al dettaglio, visto il divieto di spostamento tra comuni che non tiene conto delle dimensioni territoriali e che condanna i commercianti ad alzare le saracinesche a fronte di incassi nulli. Nel prendere atto di tali decisioni, certamente utili al contenimento dei contagi nel nostro Paese, non posso non rimarcare le difficoltà che vivono da mesi i nostri imprenditori, le attività economiche colpite dalle limitazioni, gli autonomi, gli artigiani e i commercianti dell’Umbria ma, più in generale, di tutta Italia. La situazione si sta aggravando ogni giorno di più e questa drammatica situazione di incertezza sta lacerando lo spirito di collaborazione e fiducia, anche verso le Istituzioni che abbiamo l’onore di rappresentare, finora dimostrato dalle nostre imprese”

“La preoccupazione per il futuro cresce – prosegue nella lettera - e oltre ad esprimere vicinanza morale alle categorie più colpite sento che è arrivato il momento per tutti noi di fare qualcosa in più, affinché il grave momento di emergenza non impoverisca ulteriormente i nostri territori. Il tessuto sociale ed economico manifesta i primi inequivocabili segnali di cedimento e non sembrano arrivare neppure segnali convincenti di contrasto alla povertà che abbraccia una popolazione man mano più numerosa nel nostro Paese. Se il sistema produttivo italiano non viene messo in sicurezza saranno le famiglie e i lavoratori a subire i danni maggiori, una ripresa in tempi brevi non sarà possibile”

La richiesta di intervento: “Si rende necessaria, dunque, un’azione della Conferenza presso il Governo, per chiedere importanti e urgenti ristori a favore delle categorie che stanno ingiustamente sopportando sulle loro spalle l’intero carico di questa emergenza provocata dalla pandemia di Coronavirus. La questione economica è importante tanto quella sanitaria. Gli operatori delle zone arancioni sono penalizzati fortemente dalla limitazione di spostamento tra comuni, questione non di poco conto considerando che l’Umbria conta 92 comuni distanti tra loro talvolta perfino poche centinaia di metri. Situazioni analoghe stanno vivendo le vostre regioni. In Italia si contano ben 7.982 comuni a fronte di una popolazione di 60 milioni di abitanti. Ci sono difficoltà di carattere pratico stante l’impossibilità di raggiungere il comune immediatamente confinante anche soltanto per svolgere le attività più semplici”

“Stando alle disposizioni del Governo – osserva Squarta - a risentire maggiormente di queste limitazioni negli spostamenti sono in modo particolare i piccoli commercianti e le micro attività costrette a contare in via esclusiva sul commercio del proprio paese. Tradotto vuol dire che i negozi restano aperti ma non incassano nulla e i ristori non sono previsti, come invece accade per gli esercenti delle zone rosse. L’Umbria non è la sola Regione ad avere queste caratteristiche morfologiche, ecco perché sono certo di condividere una problematica comune, ed ecco perché mi rivolgo a questa Conferenza, riconoscendole ampie prerogative e meriti come organo di raccordo e di confronto per tutti i Presidenti delle Assemblee, affinché venga avviata una azione congiunta al fine di ottenere rassicurazioni da parte del Governo a proposito di misure straordinarie di sostegno all’economia per i centri ricadenti nelle zone arancioni. La contingenza ci impone di agire – conclude - al più presto attraverso proposte serie e attuabili”.

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