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Acciai Speciali Terni, Uniti per Terni: “Intervenire per fermare ogni possibile rischio”

La nota dei consiglieri Valdimiro Orsini, Paola Pincardini, Anna Maria Leonelli ed Emanuele Fiorini: “Necessario che i lavoratori siano dotati di tutti i dispositivi atti alla loro incolumità”

I consiglieri comunali di Uniti per Terni tornano sull’argomento che sta provocando una serie di prese di posizione, anche a livello di politica locale, ossia la ripartenza di Acciai Speciali Terni: “Avevamo dichiarato che doveva esserci un percorso di confronto tra azienda, organizzazioni sindacali ed Rsu per una eventuale ripresa produttiva – affermano Valdimiro Orsini, Paola Pincardini, Anna Maria Leonelli ed Emanuele Fiorini -  soprattutto in considerazione della richiesta di acciaio dei produttori di materiale sanitario ad iniziare dai letti ospedalieri e dai contenitori di ossigeno. Una riapertura in sicurezza. 

Apprendiamo però in queste ore la nota dei sindacati, ma soprattutto la preoccupazione dei singoli lavoratori. Le stesse sigle sindacali – sottolineano i consiglieri - infatti, hanno dichiarato che centinaia di persone si muovono in un unico sito produttivo, rappresentando un rischio notevole, al contempo ci viene detto che è stata riscontrata una mancata organizzazione atta a contenere il contagio, tant'è che vi è stato un eccesso di personale nei reparti, le mascherine sono state distribuite alle ore 8 mentre il turno è iniziato alle ore 6, ci sono state difficoltà all'ingresso delle portinerie nella misurazione della temperatura.

Bene rispondere alle richieste per l'emergenza sanitaria, perché siamo dell'opinione che l'unione fa la forza, ma se dobbiamo mettere a rischio la salute dei nostri lavoratori perché non si rispettano le norme previste dal Dpcm, allora noi non ci stiamo.

Invitiamo in primo luogo il sindaco Latini, per le sue funzioni a tutela della salute pubblica, la presidente della Regione Tesei, per la sua funzione nella gestione della Sanità Umbra, il Prefetto di Terni che è l'occhio del Governo sul territorio, a mettere immediatamente in campo tutte le azioni necessarie per garantire la sicurezza dei lavoratori e della comunità a cui gli stessi appartengono. È necessario che i lavoratori siano dotati di tutti i dispositivi atti alla loro incolumità, che vengano sottoposti, una volta la settimana, al tampone e pretendere la certificazione di non positività al Covid-19 degli autisti di camion che provengono da altre zone italiane.

Se non vengono garantiti i presupposti per la tutela della sicurezza dei lavoratori e delle loro famiglie – chiosano - come sembrano dire queste prime ore di riapertura, allora è necessario intervenire per fermare ogni possibile rischio".

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