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Il bando “Sport e periferie” sul tavolo del governo: “Terni danneggiata per criterio geografico”

Il deputato di Fratelli d’Italia Emanuele Prisco presenta un’interrogazione al presidente Draghi: “Servono correttivi sulla procedura”

Il bando “Sport e periferie”, tanto discusso in questi giorni a Terni per via del no dei tecnici del ministero al finanziamento richiesto dal Comune, finisce all’attenzione della politica nazionale. Il deputato umbro di Fratelli d'Italia Emanuele Prisco chiede infatti un correttivo all’istruttoria ministeriale, tramite un’interrogazione al presidente del Consiglio, Mario Draghi.

Per Prisco dal bando “emerge il paradosso che per un vincolo di utilizzo delle risorse Fsc 2014-2020 destinate al bando, interventi di rilievo, riconosciuti meritevoli di finanziamento e con punteggi elevati, possono essere esclusi dal finanziamento a favore di interventi con punteggi di gran lunga inferiori ma finanziati solo perché geograficamente ricadenti in aree del sud. E' proprio quello che è successo - sostiene - in molte città umbre, che pur avendo partecipato con progetti rispondenti a quanto previsto dal bando, e in quanto tali finanziabili, non riceveranno gli agognati 700 mila euro cadauno perché l'80% del totale dello stanziamento previsto dal bando stesso deve necessariamente andare al sud d'Italia. Questi sono Terni, Umbertide, Bastia umbra, Paciano, Assisi, Bevagna e Città della Pieve”. 

Le risorse complessivamente destinate al Bando Sport e periferie 2020 sono state pari a 300 milioni di euro. Il 13 settembre scorso il Dipartimento dello Sport della Presidenza del Consiglio dei ministri ha finalmente pubblicato la graduatoria dei progetti ammessi a finanziamento e di quelli esclusi. Su 3.380 domande pervenute da Regioni, Province-Città metropolitane, Comuni, Federazioni sportive nazionali, Discipline sportive associate, Associazioni e Società sportive dilettantistiche risultano finanziati circa 500 interventi. Tra i progetti meritevoli di finanziamento risulterebbero infatti i progetti di diversi capoluoghi umbri, penalizzati però da questa clausola che vuole l'80% dei fondi disponibili destinati al sud. Prisco nella sua interrogazione chiede “quali correttivi si intenda applicare per rispondere ad evidenti esigenze compensative nei riguardi di quegli interventi qualificati e qualificanti che sono stati discriminati a favore di interventi meno qualificati”.

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