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Giovedì, 18 Aprile 2024
Politica

“Camera di commercio Terni, parlamentari umbri distratti. E invece serve una voce univoca per salvarla”

Intervento di Santini (Fd’I): provvedimento scellerato del Governo, mdificare il testo rendendo volontaria anziché obbligatoria la fusione con Perugia

Riceviamo e pubblichiamo un intervento di Monia Santini, consigliere provinciale e comunale di Terni di Fratelli d’Italia, sulla questione dell’accorpamento della Camera di commercio così come previsto dal Decreto agosto del Governo.

monia-santini-terni-1280x720-2Un provvedimento scellerato - purtroppo l’ennesimo emanato dal Governo che non tiene in conto minimamente la conoscenza delle singole realtà locali con tutti i loro delicati equilibri - quello previsto dal decreto di agosto che all’articolo 59 prevede l’accelerazione dei processi di fusione/accorpamento, che per quanto riguarda nello specifico la città di Terni va a penalizzare fortemente il sistema economico locale con il rischio, ormai quasi certezza, che nel prossimo autunno la Camera di commercio di Terni venga accorpata alla vicina Perugia.

Un danno enorme se si pensa che tale operazione potrebbe prevedere il commissariamento di un ente in piena attività di supporto alle imprese, con un bilancio in perfetto ordine, perlopiù in una provincia che da sola fa il grosso del Pil regionale e che quindi, a maggior ragione, necessita di un compito di monitoraggio e sostegno sul e dal territorio di appartenenza, compito che la Camera di commercio assolve egregiamente.

Per poter contrastare un provvedimento preso dal Governo senza tenere conto appunto dei singoli contesti locali, penalizzando perciò realtà di valore come la nostra Camera di commercio, occorre che il territorio tutto - proprio come afferma a ragione il presidente Flamini - faccia voce unica per farsi sentire nel proporre una modifica alla legge.

Una voce unica che dovrebbe essere formata dai sindaci della provincia, dalle varie istituzioni, dalle realtà politiche di tutti i colori e bandiere, ma soprattutto dai nostri parlamentari umbri che a volte sembrano distratti nei confronti delle problematiche dei territori da cui provengono.

A dimostrazione di quanto affermo, ricordo che in data 10 luglio è stata indetta una conferenza stampa proprio dalla Camera di commercio sull’argomento accorpamento, conferenza stampa che ahimè ha registrato la grave assenza di tutti i parlamentari umbri.

Questa assenza, non solo fisica ma di attenzione, auspico fortemente che venga compensata almeno ora, hic et nunc, con un’opera congiunta di sostegno alla Camera di commercio da parte dei parlamentari umbri che potrebbero ad esempio proporre congiuntamente una modifica del testo in vigore che renda “volontari” gli accorpamenti anziché “obbligatori”, superando così il previsto numero massimo di sessanta indicato in maniera aleatoria nella legge Madia.

L’ennesimo ente accorpato o perso – basti pensare tra i tanti a Banca d’Italia e Arpa – depaupererebbe ulteriormente il nostro territorio ternano di uno degli ultimi presidi di autonomia delle imprese e delle realtà associative, lasciando a Terni una sede operativa con un ruolo decisamente marginale, tanto più in un momento estremamente delicato come questo della pandemia, che lascerà inevitabili strascichi di crisi che avranno bisogno di venire monitorati sul territorio stesso.

Sono certa che i nostri parlamentari umbri siano già al lavoro per recuperare tale mancanza, così come sono certa che, se faranno tutti, se faremo tutti una voce unica forte e chiara, qualcosa porteremo a casa per aiutare il nostro territorio già devastato e sfruttato scelleratamente da precedenti amministrazioni interessate soltanto ad arricchire il proprio tornaconto personale.

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