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A Palazzo Spada scoppia il “caso” Musacchi, affondo della Lega: interessata solo alla poltrona

La consigliera lascia il Carroccio e approda al gruppo misto, interviene anche il sindaco Latini e difende il commissario Saltamartini: partito impegnato a liberare il popolo umbro

Doriana Musacchi sbatte la porta e la Lega reagisce. Il Carroccio fa muro contro le accuse della consigliera ribelle che ha annunciato la decisione di lasciare il partito e approdare al gruppo misto del consiglio comunale a Terni. Tre gli interventi che si sono susseguiti a stretto giro di posta.

Prima è stata la Lega Umbria a sottolineare che “il grande progetto della Lega di Matteo Salvini - si legge nella nota - non ha bisogno di personalismi e persone interessate solo alle poltrone. Le porte della Lega sono sempre aperte a chi ne condivide idee e valori come sono aperte in uscita a chi, inopportunamente e senza meriti, pensa solo ed esclusivamente all’acquisizione di ruoli. Lasciando il Governo nazionale e i relativi incarichi per difendere l’onore e la dignità del nostro progetto politico, Matteo Salvini ha coraggiosamente tracciato la linea. Prima viene l’interesse della comunità, quindi dei cittadini, poi le poltrone. Peccato che nel caso della consigliera Musacchi si sia capovolto il principio prima la poltrona poi il bene comune. La Lega - così si chiude la nota - va avanti a testa alta forte del suo radicamento territoriale e di una classe dirigente che pian piano sta crescendo anche a Terni consapevole della sfida che oggi stiamo portando avanti per liberare la Regione Umbria dal malaffare che il Pd ha sempre gestito e per contrastare l’inciucio che il partito democratico ha stretto anche a livello locale con i grillini”.

A rincarare la dose ci pensa poi il gruppo consigliare della Lega a Palazzo Spada. “Nel prendere atto della decisione della collega Musacchi di uscire dal Gruppo - si legge nel testo - non possono che augurarle buona fortuna per il suo futuro politico. Discorso diverso è invece l’avere personalizzato un’accusa, pur senza citarlo, nei confronti del commissario Saltamartini. Il valori cui accenna il Consigliere Musacchi di spirito di servizio ed abnegazione, sono gli stessi su cui si fonda la Lega e che animano l’operato del commissario, del Segretario nazionale Caparvi e dei dirigenti del partito. Tutte le scelte operate dai vertici della Lega sono state adottate in autonomia intellettuale, prima ancora che politica, sempre avendo come riferimento l’interesse dei cittadini. Riteniamo pertanto una caduta di stile, quella del consigliere Musacchi, che non possiamo non contestare, assicurando comunque che questo non ci impedirà di collaborare con lei, come con qualunque altro consigliere di maggioranza o di opposizione, per il bene della città”.

A metà pomeriggio arriva poi, attraverso un post, la riflessione del sindaco, Leonardo Latini. “Rispetto le decisioni della consigliera Doriana Musacchi, anche se non ne comprendo le motivazioni. Apprezzo il fatto che intenda rimanere a disposizione di questa amministrazione, secondo il mandato che le hanno affidato i cittadini, continuando a fornire il suo contributo alla maggioranza e di questo la ringrazio. Tuttavia non posso essere d’accordo sulle valutazioni personali riguardanti in particolare l’operato del commissario della Lega sul territorio. L’onorevole Barbara Saltamartini sta continuando a fornire un contributo fondamentale allo sviluppo del partito a Terni, nella sua provincia e in Umbria e i risultati fin qui raggiunti parlano chiaro. Dobbiamo tutti entrare nella logica di un movimento che è ampio e che si sta strutturando per crescere ancora e per mettere radici. Occorrono tempo e scelte che – come tutte le scelte – possono anche non essere condivise da tutti. Qualcuno però deve comunque assumersene la responsabilità, secondo una valutazione attenta e una visione complessiva, che è quella del bene e della crescita di un partito sempre più impegnato a interpretare le aspettative del popolo umbro e presto anche a governarlo per farlo tornare libero a casa sua, contro il sistema che lo ha oppresso per decenni. La posta in gioco è alta e ora più che mai serve compattezza”.

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