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I conti non tornano e la Ragioneria di Palazzo Spada “boccia” il piano delle progressioni del personale

La nota della direzione delle attività finanziarie del Comune di Terni: non è dimostrata la sostenibilità della spesa e non è specificato il metodo di calcolo dei posti. Il Pd: pasticciaccio simbolo di infantilismo

“Alla luce dei rilievi elevati e dei mancati riscontri forniti la scrivente non è nelle condizioni di esprimere un parere favorevole”. Così la dottoressa Grazia Marcucci, dirigente della ragioneria di Palazzo Spada in merito alla regolarità contabile della delibera del 10 ottobre scorso sulle progressioni verticali del personale del Comune di Terni.

Una “bocciatura” delle promozioni o almeno di alcuni aspetti tecnici della delibera che, di fatto, la rendono dunque inapplicabile.

Il documento della direzione attività finanziarie evidenzia che “la proposta di deliberazione non permette di apprezzare alcuni elementi della ripartizione della spesa da utilizzare” e dunque “dell’erosione del budget disponibile, al fine di monitorare l’andamento della spesa nell’esercizio 2020”, “della spesa da prenotarsi, per l’avvio del procedimento successivo, ai sensi del principio contabile armonizzato”.

C’è dunque, in particolare, un problema di conti, che viene sottolineato ancora dicendo che “si dispone di procedere per il triennio alle progressioni verticali in base al piano del fabbisogno (…) non dimostrando la sostenibilità della spesa per l’anno 2020”. Ma non è soltanto la “sostenibilità finanziaria” delle progressioni a sollevare dubbi. “L’indicazione dei posti per categoria – dice la Ragioneria - è stata effettuata sul totale dei posti nel triennio, rispetto alla sola annualità 2020 autorizzata, e non è stato indicato, in modo specifico, il rispetto della percentuale rispetto alle nuove assunzioni, dato quest’ultimo non conosciuto e non evidenziato”. Ciò a dire, probabilmente, che le progressioni sono troppe rispetto a quelle che, realmente, si potevano deliberare. Infatti: “Non è specificato il metodo di calcolo dei posti e non è stata data evidenza dell’applicazione della riserva massima consentita dalla norma, tenuto conto della condizione di ente dissestato” ed “è stata effettuata solo una sommaria indicazione dei posti da riservare alla procedura di progressione verticale non evidenziando l’assenza di arrotondamenti”.

"L’amministrazione comunale di Terni continua a mortificare i dipendenti comunali quasi che volesse scaricare le proprie incapacità sugli organi tecnici. Non bastavano le procedure concorsuali che hanno visto una sonora, e per tanti aspetti clamorosa, bocciatura delle professionalità interne, ora si aggiunge - dichiara il capogruppo del Pd in consiglio comunale, Francesco Filipponi - il pasticcio delle progressioni negate dalla Ragioneria”.

Filipponi parla di “una gestione a dir poco convulsa con il susseguirsi - per le lotte intestine alla maggioranza - di ben tre assessori in poco più di due anni. Il nuovo pasticcio è il parere non favorevole della nuova dirigente alla Ragioneria con una motivazione articolata che lascia intravedere una mancanza di coordinamento e di dialogo nella Amministrazione Latini. Quello che fa l’assessorato al personale non sembra essere coordinato con chi poi deve reperire le risorse. Il risultato è frustrante, con decine di passaggi contrattuali che finiscono nel congelatore. Una situazione anomala a confronto di tanti enti locali che invece sono stati in grado di applicare il contratto di lavoro in tutte le sue articolazioni. È bene specificare che si tratta di cifre individuali molto contenute ma che comunque avrebbero significato un minimo di attenzione verso dipendenti pubblici che nella stragrande maggioranza hanno dato il loro apporto professionale anche in questi anni emergenziali. Chiediamo all’amministrazione comunale di perdere meno tempo in polemiche e di concentrarsi maggiormente nel proprio ruolo anche perché continuare a sbandierare alibi che giorno dopo giorno si stanno dissolvendo è simbolo di un infantilismo - questo sì imbarazzante e superficiale - che non si addice in nessun modo per chi appena due anni fa si definiva maturo per guidare una nuova stagione amministrativa”.

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