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Congresso Pd, i candidati Presciutti, Rebotti e Torrini provano lo scacco matto a Bori: "Ci appelliamo a Letta"

Con una lettera ufficiale si appellano al nuovo corso del segretario nazionale per evitare un partito spaccato, non inclusivo e in mano a pochi

"Chiediamo ufficialmente un incontro tra i 4 candidati umbri e il Segretario nazionale Letta per trovare una soluzione unitaria alla vicenda congressuale del PD regionale". Con una lettera ufficiale rivolta al commissario del Pd e allo stesso segretario nazionale del partito, i candidati Francesco De Rebotti,Massimiliano Presciutti, Alessandro Torrini e Carlo Elia Schoen hanno chiesto ufficialmente di azzerare tutte le candidature, compresa quella del rivale numero uno Tommaso Bori, capogruppo regionale del Pd, per trovare una figura terza in grado di aprire il più possibile le porte alla società civile.

"Abbiamo sempre dichiarato pubblicamente di essere disponibili a fare un passo indietro ritirando le nostre candidature e trovare una soluzione unitaria, non siamo stati ascoltati. Evidentemente, forse per interessi a noi sconosciuti, di qualche capo corrente – si vuole un congresso chiuso, un votificio tra pochi che allargherà irrimediabilmente le profonde fratture che già vi sono nel PD umbro. Letta in questi giorni propone una idea di un nuovo partito aperto e inclusivo da realizzare con“anima e cacciavite”, parla di togliere le maschere, di ridare centralità ai territori. I capigruppo, correttamente, si sono dimessi e alla Camera e al Senato saranno individuate due donne: un segnale forte. Azzerare e ripartire. È necessario che anche in Umbria si parli di queste cose, senza continuare ad ignorare la nuova fase politica che si è aperta". I candidati  insieme ai 200 candidati alla assemblea regionale a lorosostegno, ai candidati al congresso provinciale di Perugia e a tanti, tantissimi, loro sostenitori hanno deciso di fermarsi "ritirandoci da questo congresso del Partito Democratico dell’Umbria che riteniamo illegittimo e dannoso".

La speranza sta tutta dunque nel colloquio con Letta per riunire il partito. E ora cosa farà il candidato Bori? Si ritira oppure vaavanti forte dei propri numeri, ma consapevole di un partito profondamente spaccato?

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