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Comune di Terni, sul bilancio va in scena la resa dei conti nel centrodestra: l’ultima tentazione del sindaco

Oggi pomeriggio torna a riunirsi il consiglio comunale dopo la fumata nera di ieri pomeriggio sul Dup. Sullo sfondo le tensioni in vista delle elezioni amministrative di maggio: tira e molla sulle deleghe dell’assessore Masselli

È chiaro a tutti che la “rivolta” di ieri pomeriggio in consiglio comunale a Terni è segno drammaticamente evidente di come siano le relazioni all’interno del centrodestra ternano e della maggioranza che – almeno fino ad oggi – ha sostenuto il sindaco Leonardo Latini. Ed è altrettanto evidente che le tensioni siano diretta conseguenza del clima pre elettorale che sta avvelenando la coalizione in vista del voto per le amministrative di maggio. Bene, ma c’è da essere davvero sicuri che il segnale di sfiducia sia soltanto contro il primo cittadino?

Il consiglio comunale saltato ieri pomeriggio per mancanza del numero legale – presenti solo due consiglieri di maggioranza – aveva all’ordine del giorno la discussione sul Dup, il documento unico di programmazione, atto amministrativo fondamentale per disegnare la cornice entro la quale immaginare lo sviluppo sociale, economico e infrastrutturale di Terni. La mancata discussione del Dup ha come diretta conseguenza il fatto che nell’assemblea di oggi pomeriggio non potrà essere votato il bilancio di previsione 2023. Ed a cascata, questo si riflette su una serie di altre azioni amministrative che interessano importanti investimenti per la città derivanti dal Pnrr. Un gesto molto forte, insomma che va al di là della dialettica politica, che rischia di avere conseguenze rilevanti e che potrebbe anche portare – seppur in uno scenario apocalittico – a conseguenze molto gravi per Terni ad un paio di mesi dal voto.

Un biglietto da visita tutt’altro che sfavillante per la coalizione che concorre al voto per continuare ad amministrare la città. Ma anche una azione dimostrativa che coinvolge gli atti predisposti da quello che è ad oggi il principale competitor in casa centrodestra del sindaco uscente, ossia l’assessore al bilancio Orlando Masselli.

“La sfiducia di oggi da parte della maggioranza consiliare, che ha disertato l'aula, ha un chiaro significato politico e a mio giudizio un destinatario inequivocabile: l'assessore al bilancio e alle partecipate”, ha riflettuto poco dopo i fatti di Palazzo Spada il consigliere comunale di Senso civico, Alessandro Gentiletti. E forse, non ha tutti i torti.

L’ammutinamento di ieri non riverbera i suoi effetti soltanto sulla “reputazione” del sindaco ma coinvolge, più o meno direttamente, anche l’assessore Masselli e le sue deleghe, in primis il bilancio. E dunque, sfiduciare Latini significa anche, in parte, mettere in crisi – se non in discussione – l’operato del suo assessore. Sembra un po’ come trovarsi di fronte ad un marito tradito che per fare un dispetto alla moglie…

Ora, cosa succede adesso? Al netto delle critiche che piovono dall’opposizione – e sarebbe strano il contrario – c’è da capire come la maggioranza e la coalizione gestiranno questa crisi dell’ultimo miglio. Sembra che a qualcuno il sindaco Latini abbia affidato tutta la sua amarezza, ipotizzando – fra uno sfogo ed un rammarico – anche la possibilità di ritirare le deleghe dell’assessore Masselli. Un’ultima tentazione e un ultimo atto che, se consumati, sarebbero come la firma sulle carte del divorzio. Uno strappo, fra i tanti, di difficilissima ricomposizione e che avrebbe delle ulteriori conseguenze di praticabilità amministrativa difficili da immaginare.

Per questo, ma non solo, appare complicato che davvero si realizzi questo scenario, anche alla luce delle prevedibili e vorticose telefonate che stanno accompagnando la vigilia di questo nuovo consiglio comunale. Una resa dei conti da scrivere sulla scheda elettorale che potrebbe rappresentare una tregua armata oppure una deflagrazione più o meno totale.

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