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Politica

“Il sindaco di Terni? Questo modo di ricercare una soluzione civica non ci convince”

Intervista a Pierluigi Spinelli, segretario dell’unione comunale del Partito democratico di Terni: “Per la città saremo alla testa di un progetto politico a trazione sociale e popolare”

La crisi di governo, il campo largo del centrosinistra che si restringe, il voto a Narni che è stato e quello a Terni che sarà. Di questo ed altro abbiamo parlato con Pierluigi Spinelli, segretario dell’unione comunale del Pd Terni. L’intervista.

La recente crisi di Governo rimescola le carte delle alleanze che, ad esempio a Narni, hanno portato benefici al centrosinistra. Cosa cambia da adesso in poi?

“Il Pd è un partito che ha sempre rispettato le scelte della comunità politiche locali, valutando gli scenari e le caratteristiche di territori e dei loro protagonisti. Per mettere in campo delle alleanze il prerequisito necessario risiede nella capacità di mediazione dei singoli e che si creino le condizioni dello stare insieme. Altrimenti si creano soltanto dei contenitori senza anima, cartelli elettorali che offrono agli elettori alleanze sui nomi e non sulle idee. Immaginare che dopo quello che è successo si possano ricreare già adesso le condizioni per un campo largo immediato non è impossibile, ma ci vuole un enorme sforzo di immaginazione. Da un anno a questa parte, quando è iniziata la segreteria che guido, stiamo lavorando con impegno per costruire con i ternani la nostra proposta politica e una visone di città alternativa ad una destra che si sta rivelando sempre più improvvisata, nella composizione della squadra e nelle scelte. Le tante iniziative organizzate, i documenti di approfondimento scritti, le Agorà, la festa de l’Unitá che inizierà il 28 luglio, i lavori già avviati della conferenza programmatica, insieme ovviamente all’individuazione di una nuova classe dirigente”.

Torniamo al voto di Narni. Il risultato è stato importante, forse anche oltre le vostre aspettative. Che cos’è che ha funzionato così bene?

“Non siamo mai stati troppo preoccupati del risultato elettorale a Narni. L’esito era facilmente prevedibile e in linea con la buona amministrazione degli ultimi anni, nella quale già si era mosso da protagonista il nuovo sindaco Lucarelli. I narnesi non avevano motivi per chiedere un cambiamento, una richiesta depotenziata anche per gli avversari elettorali, che, in effetti sono stati costretti a farne solo un timido uso. La sfida a Narni sarà mantenere quel livello di buona amministrazione in tempi così difficili come quelli che affronteremo di qui a pochi mesi”.

Pensando invece al voto di settembre, il taglio dei parlamentari riduce in maniera molto forte il numero dei rappresentanti umbri. Terni rischia di essere “schiacciata” dal Perugino?

“Quando gli spazi democratici si riducono, in generale non è mai una buona cosa. Speriamo che si riducano anche quelle bagarre indecenti delle quali tante volte siamo stati spettatori. Sicuramente sarà più difficile operare delle scelte, specialmente laddove i territori esprimono tante personalità preparate e spendibili. C’è sicuramente l’esigenza di rinnovare la rappresentanza parlamentare e di dare dignità a questo territorio. E di farlo in coerenza di un rilancio del Partito democratico in città e in Umbria”.

Fatte le politiche, sarà tempo di concentrarsi sul voto a Terni nel 2023. La crisi di governo ha fermato una macchina che sembrava già essersi messa in moto. Quali margini ha il Pd e il centrosinistra in genere di conquistare Palazzo Spada?

“Partiamo da un presupposto fondamentale: la crisi di governo non vede tra i colpevoli sicuramente il Partito democratico. Ci sono responsabilità precise. E tra queste, anche quel centrodestra che governa la Regione e la nostra Terni. Ha ragione. La crisi, immotivata ed al buio, ha fermato una macchina in movimento che avrebbe sostenuto famiglie ed imprese. Noi volevamo farla andare al massimo delle sue possibilità fino alla scadenza della legislatura. Richiesta a quanto sembra sostenuta da tanti italiani, ma che non ha trovato sostegno in Parlamento. A Terni saremo alla testa di un progetto politico a trazione sociale e popolare (per citare le parole di Matto Lepore, sindaco di Bologna) e cercheremo di coinvolgere tutte quelle forze politiche e non che si ritroveranno nelle nostre idee”.

Il “campo largo”, che comunque sembra restringersi, può avere più chance giocando la carta di candidati civici?

“La recente tornata elettorale ci ha mostrato diverse cose, tra le quali come sia sorpassato quell’approccio al nome di richiamo, alla personalità famosa legata ad ambienti non immediatamente riconducibili alla politica. Questo modo di ricercare una soluzione civica non ci convince. Ciò nonostante, è vero che oggi un sindaco si trova a dover affrontare problematiche (anche tecniche e molto complesse) che richiedono una competenza che può essere in parte già acquisita, anche non necessariamente nell’ambito dell’amministrazione della cosa pubblica. Di base per essere un candidato convincente, civico o meno, serve la capacità di parlare ad una parte larga delle città, la disponibilità continua di studiare nuove soluzioni e una visione politica del mandato della propria amministrazione. Terni è una città che ha un potenziale enorme, una grande storia e tante ambizioni non ancora espresse; per questo necessita di una guida, non solo un singolo ma una squadra, che sappia imprimerle una visione e lavori già da adesso per progettare i prossimi anni”.

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