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Siderurgia, nel Milleproroghe un ordine del giorno di FdI per estendere al 2021 il golden power

Accolto l’odg del partito di Giorgia Meloni, Cecconi: la produzione di acciaio in Italia e a Terni costituisce un asset industriale al quale la politica responsabile del nostro Paese deve pensare con particolare attenzione

Nel decreto Milleproroghe che è stato discusso ieri in parlamento è stato accolto un ordine del giorno di Fratelli d’Italia sull’estensione del golden power per la siderurgia per il 2021

“Il decreto Milleproroghe – spiegano da FdI - è il primo provvedimento su cui si è misurata l’opposizione patriottica, responsabile e collaborativa annunciata da Fratelli d’Italia. Grazie a noi, da un lato, sono state poste le basi per colmare una falla, quella del golden power sulla siderurgia scaduto a dicembre 2020”.

L’ordine del giorno di FdI impegna il Governo a “valutare la possibilità di prorogare il golden power per il 2021 proprio per consentire al ministro dello sviluppo economico di esercitarlo ove necessario come da lui annunciato più volte negli scorsi giorni, inconsapevole forse che la norma era scaduta. Purtroppo, il fatto che il decreto sia arrivato blindato, ha impedito che fosse approvato un emendamento in tal senso, ma siamo certi che il governo darà subito attuazione all’ordine del giorno proposto da FDI nel primo provvedimento utile”.

Marco Celestino Cecconi, coordinatore comunale di FdI, aggiunge: “Non sfugge a nessuno che la produzione di acciaio in Italia e a Terni in particolare costituisce un asset industriale al quale la politica responsabile del nostro Paese deve pensare con particolare attenzione. Il fatto incontrovertibile di essere un Paese trasformatore deve indirizzare le scelte nella direzione della salvaguardia di quelle produzioni strategiche che alimentano tutto il nostro tessuto industriale. In particolare Terni costituisce l’unico polo di produzione dell’inox, producendo, pur con potenzialità decisamente superiori, per ora solo il 60% del fabbisogno nazionale. Ringrazio i nostri parlamentari, Zaffini e Prisco, che hanno seguito e che sono certo seguiranno la vertenza Ast, anche e tanto più in questo momento in cui sembrerebbe avviato il percorso che dovrebbe portare alla vendita del sito ternano”.

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