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L'EDITORIALE | Il grande centro moderato-riformista-civico è un progetto politico o il bluff per ottenere seggi sicuri? Giù la maschera

I civici, i liberali, i socialisti e i cattolici impegnati ad un bivio: con coraggio seminare il nuovo soggetto politico o entrare nel listone Democratici e Progressisti voluto da Letta

Siamo all'imminente "giù la maschera" per Azione, Italia Viva ma anche per altre associazioni, cespugli, partitini, centristi scontenti del centrodestra, socialisti liberali e anche ex margherita stufi delle battaglie liberal di parti importanti del Pd. Questo a livello nazionale. Guardando a casa nostra il giù la maschera riguarderà anche il variegato movimento dei civici - diviso alle comunali a secondo della coalizione di comodo - che da Perugia cercano di aggregare altre liste civiche minori e movimenti vari sempre nel nome del progetto, del centrismo e della fine delle ideologie. Vedremo chi appoggeranno, chi candideranno e in quale liste. 

Giù la maschera per sapere se questo terzo polo, liberale e moderato, si vuole veramente fare oppure no. Se è stata solo una posizione di comodo per contare qualcosa nel Governo di unità del Presidente Draghi oppure è un atto coraggioso di chi vuole seminare sapendo che i frutti potranno essere raccolti a pieno tra qualche anno e non (almeno tutti) il 25 settembre. Tra poche ore sapremo la verità e quanto siano coerenti certi nomi della politica italiana che si trovano ad un bivio: seminare, il centro, o andare (candidati) in pochi ma rassicuranti collegi e liste blindate con il benestare di Letta e quindi del Pd registi del listone Democratici e Progressisti. Con quel Pd che sia Calenda che Renzi hanno criticato e abbandonato. In quel listino potrebbero finire anche gli ex Forza Italia: Brunetta (offeso, deriso e sbeffeggiato da decenni dalla sinistra), la Gelmini (l'autrice della peggiore riforma scolastica  secondo i giovani del Pd) e Carfagna (ne hanno dette tante e molte da censura).

Italia Viva sembra disposta ad andare in solitudine consapevole delle difficoltà di farlo senza altri alleati e consapevole del voto utile che il centrosinistra richiamerebbe in servizio fino al 25 settembre. Il sogno è di ripetere quel 6% dell'Udc di Casini che non volle allearsi con Berlusconi. Ma il piccolo centro invece di crescere morì per l'ennesima volta per mancanza di alleati e soprattutto di prospettiva. Ecco perchè il giù la maschera di Calenda e di altri cespugli è fondamentale per capire le potenzialità di questo benedetto, osannato, richiesto a gran voce e mai costruito realmente Grande Centro. A sinistra lo slogan uniti contro le destre funziona e porta voti, anche dagli scontenti, ai centristi giustificare il ritorno del fascismo o del berlusconismo molto, ma molto meno (anche perchè hanno negli ultimi 20 anni votato il centrodestra dove c'era Alleanza Nazionale).

Infine, non c'è che dire: Letta ha messo in piedi una strategia elettorale che se riesce permetterà di essere la forza istituzionale (unica e più autorevole) per eventuali altri governi tecnici o di unità per il Paese. Anche perchè l'obiettivo principale (se i sondaggi saranno confermati nelle urne) è quello di strappare un pareggio per poi tornare a Governare il Paese magari con un presidente alla Draghi e l'ex banchiere alla Presidenza della Repubblica prima della fine della legislatura.

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