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Elezioni a Terni, “alla fine arriva Lallo": centrodestra in conclave per il nuovo sindaco

Sabato a Perugia il summit tra Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia. Le “alternative” sul tavolo: Luigi Carlini, Orlando Masselli e il “terzo” nome dei civici

Sabato 25 febbraio, a Perugia, si decidono le sorti di Terni. E pensare che la riunione decisiva qualcuno immaginava che si sarebbe dovuta tenere a Roma.

Ma insomma: chi sarà il candidato sindaco del centrodestra alle elezioni amministrative della prossima primavera a Terni (data probabile, 14 maggio)?

Le cose dentro la coalizione stanno, più o meno, così. La Lega, fra talebani e misericordiosi, ha messo sul tavolo il nome del sindaco uscente, Leonardi Latini. Scelto nel 2018 come portatore sano di dissesto, mai contestato – “pubblicamente” – e oggi sulla graticola per un conflitto che non si capisce bene se sia della Lega, il suo partito, o di tutto il centrodestra.

Forza Italia si presenterà al tavolo – più o meno – con questa tesi: presentare oggi un candidato diverso dal sindaco uscente, potrebbe essere un suicidio. Come dargli torto? Soprattutto, in ragione del fatto che – almeno fino a questo momento – nessuno ha mai contestato Latini, almeno pubblicamente.

C’è infine Fratelli d’Italia. Che venerdì farà un primo summit per poi presentarsi all’appuntamento del giorno dopo. Dove, ovviamente, non si parlerà solo di Terni. Anche se, il capoluogo di provincia è il piatto più succulento sulla bilancia.

Le alternative al Latini bis sono tre. Orlando Masselli, attuale assessore al bilancio del Comune di Terni, e un paio di nomi civici. Tra questi il presidente della fondazione Carit, Luigi Carlini, e l’attuale assessore alle cultura della Regione Umbria, Paola Agabiti. Che all’invito, avrebbero risposto in maniera piuttosto timida. Quindi, non se me fa nulla.

La soluzione? A cinquanta giorni dalla presentazione delle liste – si vota, probabilmente, il 14 maggio – è questa: Leonardo Latini tenta il suo secondo mandato. Ma poi, per la composizione della giunta, e l’attribuzione dei ruoli in consiglio comunale, si decide in base ai voti che escono dalle urne. E niente posti blindati.

Con una ovvia “prelazione” di Fd’I per la composizione della giunta. Quindi, passi il sindaco. Ma non per il resto.

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