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Elezioni amministrative in Umbria, esulta Bori: “Il Pd esce dalle ztl e torna tra le persone”

Il segretario regionale del Partito democratico: “Nuovo centrosinistra, coalizione da riunire in maniera permanente. Vogliamo portare l’Umbria nel futuro”

“Il Pd esce dalle ztl e torna tra le persone”. Il giorno dopo i ballottaggi a Spoleto e Città di Castello, il sigillo in ceralacca che chiude le elezioni amministrative in Umbria, Tommaso Bori vede “un cambio di rotta notevole in Umbria” e un “punto di rottura” rispetto ai tempi “della destra a trazione leghista che inanellava vittorie”.

Per il segretario regionale del Partito democratico “quello che si è verificato in Italia e in Umbria è un trionfo senza trionfalismi, perché abbiamo sempre praticato il lavoro silenzioso”. Il Pd, dice, “torna a convincere e a vincere, con un trionfo inaspettato qualche mese fa”.

Breve riassunto: Assisi, vittoria al primo turno (coalizione ampia); Spoleto (coalizione ampia) e Città di Castello (centrosinistra spaccato e doppio candidato), vittoria al ballottaggio. E queste sono solo le città sopra i 15mila abitanti. “Il dato politico inedito - sottolinea Bori - è che si vince tornando a costruire una coalizione plurale e sui progetti”. Cioè “un nuovo centrosinistra, dai civici alle forze di sinistra passando per il Movimento 5 Stelle, con il Pd regista e protagonista di questa fase nuova”. Perché, aggiunge, “in questa nuova coalizione bisogna lavorare per vincere uniti e non perdere divisi, come succedeva nel passato”. Sassolino, dall’Alto Tevere in giù: “L’unica realtà che può festeggiare in tutti i comuni è il Partito democratico”.

Coalizione, evidenzia Bori, (citofonare Città di Castello) “da riunire in maniera permanente”. E ancora: “Vogliamo portare l’Umbria in un futuro migliore. Vogliamo affrontare i problemi, non cavalcarli per tornaconti elettorali”. Altro sassolino: “C’è stato un cambiamento anche nel Pd con la scelta dei candidati migliori, organismi legittimati e una squadra in campo. Tutto è stato possibile anche grazie al congresso”.

E torna una parola chiave, per adesso e per dopo: “Conferenza programmatica”. Cioè “partire dai temi e dai progetti”. Detto in altro modo: “A noi tocca il compito della buona politica. E la buona politica è l’antidoto all’astensionismo”.

“Conferenza programmatica”, “Nuova coalizione da riunire in maniera permanente”, “lavorare per vincere uniti e non perdere divisi”, “non possiamo essere conservatori, litigiosi, frazionati”. Non ci si sbaglia di molto a intravedere sullo sfondo Palazzo dei Priori e Palazzo Donini, ma c’è tempo. Per forgiare ci vuole pazienza. E lavoro.

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