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Elezioni regionali, dall’Umbria comincia la “marcia” su Roma

Donatella Tesei eletta presidente con quasi il 60% dei voti. Salvini: batosta che si ricorderanno per trent’anni. Flop del “patto civico” Pd-5S. Zingaretti: sconfitta netta. Il Movimento: l’esperimento non ha funzionato

Un voto amministrativo che si è trasformato in voto politico e poi ancora in referendum. Donatella Tesei è la nuova presidente della Regione Umbria, la Lega di Matteo Salvini il primo partito del cuore verde d’Italia. E dal cuore verde d’Italia comincia una “marcia” su Roma. Perché quella che è uscita dalle urne – con un’affluenza record che sfiora il 65%, dieci punti in più rispetto alle Regionali del 2015 – è una “batosta” che Partito democratico e Movimento 5 Stelle “ricorderanno per i prossimi 30 anni”, dice il leader del Carroccio, arrivato a Perugia per festeggiare assieme alla neopresidente.

“Grazie agli umbri per la grande partecipazione - dice Salvini - C’è voglia di democrazia, cambiamento e speranza. Hanno votato centinaia di migliaia di persone ed hanno trionfalmente eletto la Lega con più di 20 punti di distacco dalla sinistra. Il Governo Conte-Di Maio-Renzi-Zingaretti – avverte ancora il leader del Carroccio - rappresenta una minoranza del Paese e tra di loro si schifano”.

Un segnale chiaro dunque che dall’Umbria arriva fino a Roma e che rischia di essere soltanto i primo di una serie di campanelli d’allarme che potrebbero suonare ancora in Emilia Romagna e in tutte le altre regioni chiamate al voto.

“Servono interventi rapidi per ridare futuro all’Umbria, partendo da lavoro ed economia – dice la neopresidente Tesei - Ci sarà una squadra all’altezza di gestire questo compito, lo faremo con la serietà, la determinazione e la forza che ci hanno contraddistinto fino a oggi. Sono spaventata da questo risultato, pensavo ci fosse un buon risultato, ma questo mi sembra straordinario. Abbraccio tutti gli umbri, gli amministratori e sindaci che hanno portato avanti con me questa battaglia. Da lunedì iniziamo a lavorare per la nostra regione”.

Battaglieremo fino alla fine, l’ho fatto e lo rifarei per il bene dell’Umbria”, queste sono invece le parole di Vincenzo Bianconi, candidato del “patto civico” Pd-M5S. “Questa regione ha bisogno che gli assessorati siano guidati da persone competenti e preparate, ha bisogno di una visione a 30 anni per dare un reale futuro ai giovani. Noi non staremo all’opposizione ma alla proposizione, non staremo con le mani in mano, lavoreremo per dare certezze alla comunità, ci sono battaglie che vanno combattute anche quando si sa che le possibilità di vittoria sono basse”.

“La sconfitta alla Regione Umbria dell’alleanza intorno a Vincenzo Bianconi è netta e conferma una tendenza negativa del centrosinistra, consolidata in questi anni in molti grandi comuni umbri, che non si è riusciti a ribaltare. Il risultato intorno a Bianconi – commenta il segretario del Pd, Nicola Zingaretti -conferma, malgrado scissioni e disimpegni, il consenso delle forze che hanno dato vita all’alleanza. Ringrazio Vincenzo Bianconi per la sua generosità, per essersi messo a disposizione negli ultimi giorni utili e tutti gli elettori e i militanti che si sono battuti in una condizione difficile se non drammatica in quella Regione. Ovviamente rifletteremo molto su questo voto e le scelte da fare. Questo voto certo non è stato aiutato dal caos di polemiche che ha accompagnato la manovra economica del Governo. Sicuramente, anche se in una situazione difficile, è stato giusto metterci la faccia e combattere. Organizzeremo l’opposizione in consiglio regionale e nella società per contrastare questa deriva”.

“Facciamo prima di tutto i nostri migliori auguri di buon lavoro alla nuova presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, e ringraziamo Vincenzo Bianconi per il coraggio che ci ha messo e le energie spese in questo percorso. Un grande grazie va agli attivisti e ai volontari che ci hanno messo la faccia più di tutti, in questa campagna elettorale in cui abbiamo sempre saputo che vincere sarebbe stato difficile. Il patto civico per l’Umbria – dicono dal Movimento 5 Stelle - lo abbiamo sempre considerato un laboratorio, ma l’esperimento non ha funzionato. Il Movimento nella sua storia non aveva mai provato una strada simile. E questa esperienza testimonia che potremo davvero rappresentare la terza via solo guardando oltre i due poli contrapposti. Abbiamo provato a dare a questa regione una alternativa che non prevedesse le solite dinamiche politiche, vista l’emergenza che sta attraversando. Dalla formazione del primo esecutivo ci è stato subito chiaro che stare al Governo con un’altra forza politica - che sia la Lega o che sia il Pd - sacrifica il consenso del Movimento 5 Stelle. Ma noi non siamo nati per inseguire il consenso, bensì per portare a casa i risultati, come il carcere per gli evasori di questa settimana e il taglio dei parlamentari della settimana precedente. Senza raggiungere il 51% imposto dalla legge elettorale, abbiamo avuto bisogno necessariamente di trovare altre forze politiche per governare. Continuiamo a lavorare umilmente, rispettando gli impegni e mettendoci al servizio”.

Con circa il 40% dei consensi ottenuti, la Lega esce dunque dalle urne come il primo partito dell’Umbria. Nell’ambito della coalizione di centrodestra, Fratelli d’Italia sfiora il 10% mentre Forza Italia sfiora il 6%, ottenendo un risultato che sembra andare oltre le aspettative della viglia.

Supera il 22% il Partito democratico, mentre il Movimento naviga attorno ad un pessimo 8%.

Scompare – o quasi – la coalizione civica di Claudio Ricci che non arriva al 3%, soglia che consentirebbe di incassare un seggio in consiglio regionale.

Male la sinistra in tutte le sue sfaccettature: neanche assieme Potere al popolo, Pc e Pci avrebbero superato lo sbarramento utile ad entrare a Palazzo Cesaroni.

Impalpabili i gilet arancioni, i sovranisti e il partito delle buone maniere nonostante la pittoresca campagna elettorale messa in piedi.   

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