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Elezioni a Terni, l’ex assessore e la scelta di Bandecchi: “Avevamo preso in mano una città malandata, l’hanno lasciata agonizzante”

Il lungo post di Sara Francescangeli, sfiduciata dopo un anno e mezzo di esperienza nella giunta Latini: “Badate bene e non credete alla favola che vi stanno raccontando: il problema non era Leonardo Latini”

Era il 2 gennaio del 2020 quando Sara Francescangeli, fresca di “sfiducia” da parte del sindaco di Terni, Leonardo Latini, affidò ad una conferenza stampa tutti quei “macigni” da tirare fuori dalle scarpe dopo essere stata fatta fuori dalla giunta di Palazzo Spada.

“Sono stata sfiduciata – tuonò all’epoca l’ex assessore Francescangeli – perché non mi sono piegata alle stesse logiche per combattere le quali mi ero candidata, ora un nuovo sistema ha sostituito quello vecchio e allora sono orgogliosa di essere stata sfiduciata perché non mi sono piegata. Tuttavia, la sfiducia usata come regolamento di conti verso una testa libera e pensante, o verso il proprio partito, è una grave offesa alla democrazia”.

Tre anni dopo, dall’ex assessore arrivano nuovi fulmini che precedono una nuova discesa in campo, a fianco di Stefano Bandecchi e nella lista di Alternativa Popolare in vista delle elezioni amministrative del prossimo maggio. “Ho accolto con entusiasmo la proposta di candidarmi con Alternativa Popolare – scrive Francescangeli in un lungo ed articolato post Facebook - consapevole delle difficoltà personali che potrei incontrare in termini di voti, per avere lo spazio e l’autonomia di spendere quelle poche competenze che ho al servizio e per il bene della mia città”.

Ma la conclusione è solo il passaggio più soft del ragionamento che l’ex assessore affronta. A cominciare dall’esperienza di cinque anni fa che la portò a Palazzo Spada. “Mi sono candidata, cinque anni fa, per combattere un sistema che si era cronicizzato, permeando l’intera attività amministrativa e regalando la città all’inerzia, al degrado, al grigiore. Quando, da assessore, sono stata sfiduciata dopo un anno e mezzo di attività amministrativa, ho dichiarato di vivere quella sfiducia come un vanto, denunciando, già allora, il fallimento del centrodestra, denunciando, a gran voce, che non avevamo fatto altro che sostituire un sistema ad un altro, identico, ma di ‘colore’ diverso”.

Dal passato, al presente, con un riferimento – tutt’altro che casuale – alla “sorte” che è toccata al sindaco uscente, non ricandidato dalla coalizione di centrodestra. “Badate bene – avverte Francescangeli - non credete alla favola che vi stanno raccontando: il problema non era Leonardo Latini, perché in giunta la direzione politica dell’azione amministrativa si decide in dieci ed il voto del sindaco, come in Consiglio, vale quanto vale quello di un assessore o di un consigliere. E molti di quegli assessori e consiglieri vi chiedono di essere votati, oggi, per continuare un lavoro che hanno essi stessi abiurato, con la sfiducia del sindaco”.

C’è poi un passaggio interessante, questo: “Avevamo preso in mano una città malandata, l’hanno lasciata agonizzante. Le poche opere realizzate – rileva l’ex assessore - sono merito di chi, troppo efficiente da sopportare, è stato mandato a svolgere un compito più alto”. E anche, il riferimento potrebbe non essere casuale e puntare ad Enrico Melasecche.

“Non sono stati attratti investimenti – continua nel suo atto d’accusa Francescangeli - A Terni hanno chiuso persino le grandi catene, la città è sporca, non curata, insicura, invisibile ai turisti che affollano l’Umbria, le navi da crociera non sono mai arrivate, curarsi è diventato impossibile, l’aria irrespirabile. Deve essere per questo, perché ho conservato la mia capacità di critica, che il sistema non mi ha accettato in questa nuova sfida elettorale. Non mi sono omologata e mai lo farò”.

Da qui, dunque, la decisione di intraprendere questa nuova sfida, da affrontare sicuramente in modo più “leggero” visti i sassi che nel tempo l’ex assessore si è tolta dalle scarpe. E che potrebbero non essere gli ultimi.

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