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Elezioni a Terni, facciamo il punto: ecco chi si candida. E chi no

Manca un mese alla presentazione delle liste in vista del voto di maggio tra fratture, divisioni e fughe in avanti. La situazione, gli scenari e i nomi

Di certo in questa strana vita ci sono solo un paio di cose: le tasse (e non per tutti) e la morte, che invece livella – più o meno – le disuguaglianze. Figurarsi dunque se ad oggi è possibile indicare con esattezza chi ci sarà sulle schede elettorali con cui i cittadini di Terni potranno rinnovare il consiglio comunale ed eleggere il nuovo sindaco i prossimi 14 e 15 maggio. Però, qualche indicazione, soprattutto dopo la ridda di voci che si è rincorsa in queste ultime settimane, possiamo averla.

Non sarà in campo l’assessore regionale a cultura e turismo, Paola Agabiti Urbani, che avrebbe dovuto rappresentare il centrodestra e che sembra avrebbe messo tutti d’accordo – al contrario del balletto attuale – ma che avrebbe manifestato la sua indisponibilità. Non sarà della partita neanche il presidente della Fondazione Carit, Luigi Carlini: anche il suo nome è circolato e avrebbe raccolto il sostegno di diversi ambienti politici e sociali. Ma il numero uno di Palazzo Montani avrebbe rifiutato l’offerta anche perché – sembra – che lo statuto della Fondazione gli impedisca di assumere cariche istituzionali politiche. “No” anche da parte di Luca Diotallevi. Il presidente della Azione cattolica di Terni, è stato sollecitato dall’Assemblea degli innovatori, declinando però l’invito.

Esauriti questi minimi punti fissi (anche se la mano sul fuoco non ce la metteremmo mai) da adesso in poi il panorama si fa nebbioso. A cominciare dai piani alti di Palazzo Spada. Di solito, un sindaco che esaurisce il primo mandato senza scossoni particolari – inchieste, arresti, disastri finanziari – viene riproposto per una seconda tornata. Non sembra però essere questo il destino di Leonardo Latini. Proposto dalla Lega – o da alcuni sui pezzi – osteggiato da Fratelli d’Italia, che sollecita una alternativa, tenuto in piedi da Forza Italia, che privilegia comunque l’unità della coalizione e "pende" verso il partito di maggioranza relativa della coalizione, l’attuale primo cittadino potrebbe essere il grande escluso del voto di primavera. A meno che il terremoto del centrodestra non mandi in mille pezzi la coalizione, dividendo ancora di più gli attuali alleati, e Latini si presenti agli elettori con una sua lista civica, magari sostenuta da una ruota del Carroccio e chissà da chi altro. Un piano B, anche se lui sostiene di continuare a pensare al piano A.

Sulla scheda potrebbe comparire il nome di Orlando Masselli, attuale assessore comunale al bilancio e candidato in pectore di Fratelli d’Italia. Anche se qualcuno fa notare che quella dei meloniani potrebbe non essere una vera e propria forzatura. La nota diffusa nei giorni scorsi dal senatore Franco Zaffini spiegava infatti che Fd’I “mette a disposizione” la candidatura di Masselli, pur ribadendo “l’assoluta necessità di mantenere l’intera compagine di coalizione unita”. Parole o anche fatti?

Ci sarà molto probabilmente il consigliere uscente Emanuele Fiorini: ex Lega e Fratelli d’Italia, sembra essere intenzionato a comporre una sua lista che ne sostenga la candidatura a sindaco. Da capire dove potrebbe andare a pescare e quindi quali altri compagini risulterebbero – eventualmente – indebolite da questa iniziativa.

A proposito di consiglieri comunali uscenti, da verificare anche la possibile presenza di Alessandro Gentiletti. Il capogruppo di Senso civico ha nei giorni scorsi annunciato la sua volontà di non ripresentarsi a meno che il centrosinistra non corra unito. Cosa che oggi appare piuttosto difficile: se ne discute nel pomeriggio di oggi, 14 marzo, in via Mazzini – sede dei dem – nell’ambito del tavolo di coalizione regionale a cui partecipano Pd, Movimento 5 Stelle, Articolo 1, Alleanza Verdi Sinistra e tutti i consiglieri comunali uscenti di centrosinistra.

Sul tavolo la prospettiva di trovare un accordo partendo da qui: il Movimento ha presentato il suo candidato sindaco (Claudio Fiorelli) mentre il Pd ha sostenuto la candidatura del professor José Maria Kenny. Come trovare la quadra? Primarie di coalizione come fu fatto a Narni? Se sì, quando visto che i tempi stringono? Oppure trasformare le elezioni amministrative in una sorta di primarie e poi convergere – magari tappandosi il naso – sul candidato che prenderà più voti in un eventuale ballottaggio?

Ballottaggio che però, ad oggi e in virtù di questa frammentazione, potrebbe non essere così certo e anzi favorire uno dei pochi che sembra sicuro della partita: Stefano Bandecchi. Imprenditore, patron della Ternana e segretario di Alternativa popolare, Bandecchi ha acceso i motori da mesi. Le sue vele navigano per la città e - salvo imprevisti – il suo nome sulle schede ci sarà.

Come ci sarà quello di Silvia Tobia, candidata di Potere la popolo, che sarà alla guida di una lista unica.

Questa è una mappa, a grandissime linee. Molte sono sbiadite, altre potrebbero cancellarsi e altre ancora riscriversi completamente. Per fortuna, alla presentazione delle liste e dei candidati, manca solo un mese.

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