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“Siamo alternativi a questa destra che ha governato Terni, deludendo le aspettative di cambiamento”

Verso le elezioni, intervista a Federica Burgo, vicepresidente di Terni Valley: “La nostra associazione ha saputo coinvolgere tantissimi giovani, che hanno trovato l’occasione di esprimere sé stessi. IL candidato sindaco? Meglio se non iscritto ad un partito”

Dalla “intuizione” di sei anni fino alla prospettiva del voto amministrativo del 2023. Nel mezzo, l’impegno in consiglio comunale, le battaglie su ambiente, diritti civili e sviluppo della città. Ne abbiamo parlato con Federica Burgo, vicepresidente di Terni Valley. La nostra intervista.

Terni Valley è un esempio piuttosto concreto di movimento civico che fa politica. Quali sono i vantaggi e quali i limiti di trovarsi in questa posizione?

“Terni Valley è nata sei anni fa, dall’intuizione di alcuni ragazzi di allora, appassionati di politica e consapevoli che si può partecipare in modo autonomo e indipendente alla vita della propria città. Grazie a questo approccio che definirei laico, la nostra associazione ha saputo coinvolgere tantissimi giovani, che hanno trovato l’occasione di esprimere sé stessi, senza condizionamenti, e mettere i loro talenti e la loro passione al servizio della città. Oggi i partiti, purtroppo, scontano dinamiche che non favoriscono la partecipazione e il dibattito, spesso si avvitano su esigenze e liturgie che non sono priorità del territorio. Questo ha allontanato molti della mia generazione dalla politica. Il vantaggio è certamente quello di avere le mani libere e non dover rispondere ad altri al di fuori dei nostri associati, della nostra città e dei nostri ideali. Questo ci ha consentito di prendere sempre posizioni coraggiose, di avanguardia, anche impopolari e senza calcoli di tornaconto elettorale. Di poter interloquire con tutte le forze politiche, sindacati e associazioni del territorio che condividono i nostri progetti, senza dover essere sponsor di nessuno. Uno svantaggio è che questo forse richiede un impegno maggiore. Costruire una casa e prendersene cura è certamente più faticoso dell’abitarne una già fatta, dove altri muovono consensi che appaiono, più di quanto effettivamente lo siano, scontati. Più faticoso, più rischioso, ma dà certamente più soddisfazione e crediamo sia più utile al nostro territorio”.

Quali sono le istanze che in questa consiliatura avete in qualche modo soddisfatto e quali quelle che invece sono rimaste inascoltate?

“In questa consiliatura abbiamo portato avanti molti progetti, grazie al nostro consigliere comunale Alessandro Gentiletti. Siamo riusciti anzitutto a ricostruire nella città un sentimento di speranza, dopo l’esito elettorale di quattro anni fa, con vivacità e passione. Abbiamo fatto una tenace e costruttiva opposizione, direi autorevole. Siamo molto orgogliosi degli atti presentati sulla dichiarazione di emergenza climatica e sulle politiche urbanistiche di adattamento al cambiamento climatico, votati all’unanimità dal Consiglio. Il nostro consigliere comunale è stato l’unico a votare, poi, insieme alla maggioranza, variazioni di bilancio per realizzare e dare esecuzioni ad alcuni progetti che vanno in tal senso, relativi al recupero dell’idrogeno, all’asfalto drenante e molto altro ancora. Ci siamo presi la responsabilità di condividere queste scelte con un voto impegnativo. Siamo soddisfatti poi dell’avvio del dibattito sul polo universitario, che scaturisce da un nostro atto di indirizzo e che ha visto il delegato di rettore di recente in Consiglio. Siamo soddisfatti del dibattito che ha preso le mosse sul problema della siccità e delle nostre carenti reti idriche, che abbiamo promosso. Sul trasporto dei disabili e i centri diurni siamo poi riusciti all’inizio di questa consiliatura a respingere la destrutturazione sistematica messa in atto, di cui purtroppo ancora tuttavia paghiamo le conseguenze. Abbiamo respinto il tentativo di far chiudere un luogo simbolo della nostra città come il centro sociale Cimarelli. Abbiamo ottenuto la revoca dell’ordinanza contro il parkour. Ogni anno abbiamo presentato molti emendamenti al Dup, gran parte approvati all’unanimità, come quelli riguardanti il Ceffas, la promozione della cascata delle Marmore, le infrastrutture del polo universitario. Un grande lavoro lo abbiamo fatto poi con la consulta dei giovani, la cui istituzione ci ha visto proporre alcuni emendamenti a tutela del territorio e che sono stati accolti. Ne facciamo parte e seguiamo i lavori di quell’organo. Per riepilogare le tante cose che abbiamo ottenuto in questa consiliatura ci vorrebbe una enciclopedia. Va dato atto anche alla maggioranza e al sindaco di averci considerato interlocutori seri e di aver saputo raccogliere alcune nostre proposte. Le cose che ci hanno deluso sono molte. La vendita della Sii, la chiusura degli spazi sociali, ora il tentativo ennesimo di disperdere l’autonomia pubblica di Asm, che in questi quattro anni non è stata ristrutturata. Siamo delusi che le nostre proposte su area vasta e città grande non siano state recepite e che l’amministrazione abbia trascurato completamente il suo dovere di rilanciare la città nel centro Italia, rafforzandone l’autonomia. Ugualmente che ancora non si sia discusso il nostro atto sulle infrastrutture sportive e la pianificazione per la gestione del nuovo palazzetto dello sport. Ci ha colpito la scarsa sensibilità sui diritti civili e l’infantilismo oscurantista della giunta Latini, così come tante ordinanze, dichiarazioni ed iniziative che hanno fatto parlare di Terni in negativo a livello nazionale”.

Facciamo un salto in avanti fino a Terni 2023. Il vostro impegno è confermato e lo è nel “campo largo” del centrosinistra?

“Il nostro impegno è confermato ed è anzitutto nella città. Noi, come ha ricordato recentemente il consigliere Gentiletti, lavoriamo per mantenere l’unita costruita con fatica di tutte le forze alternative a questa amministrazione. È stato un percorso lungo. Solo quattro anni fa Lega e M5S governavano insieme. Oggi il M5S pare aver riacquistato la sua collocazione originaria, comunque alla ricerca di una identità che pareva smarrita. L’unità, tuttavia, non si può fare ad ogni costo. Va costruita su idee e progetti condivisi. Da settembre abbiamo già anticipato che avvieremo le primarie delle idee, grazie al contributo di tanti ternani all’estero. Ecco, a noi non interessano formule, alchimie o liturgie costruite altrove. Certamente siamo alternativi a questa destra che ha governato Terni, deludendo le aspettative di cambiamento, anche generazionale. Siamo per un campo largo ma solido e coerente, che non solo possa vincere ma poi anche governare con coraggio. Le decisioni matureranno in un confronto che deve essere pubblico, trasparente, non eterodiretto e fondato sui contenuti. Come quattro anni fa, ancora oggi vogliamo garantire questo ai ternani”.

Come valutate la frattura che a livello nazionale si è creata fra Pd e 5 Stelle e pensate che, a livello locale, possa essere ricomposta?

“Noi lavoriamo per rinsaldare il patto fra tutti coloro che hanno proposte alternative a questa amministrazione. Non ci intromettiamo nelle decisioni delle segreterie dei partiti. Mi auguro comunque che le decisioni che i partiti del territorio prenderanno maturino sul territorio e non altrove. Recentemente siamo stati ospiti del Partito democratico di Terni per discutere di Its. Abbiamo poi partecipato volentieri ad una iniziativa del M5S sul ciclo dei rifiuti. Mi pare che quando si discute dei temi che riguardano la città ci sia molto da dirsi e da ascoltarsi e che sul territorio questa volontà ci sia. Se vuole una opinione strettamente personale, penso che la divisione nazionale sia dettata anche dalla legge elettorale in vigore al Parlamento e dal fatto che quello che è accaduto è stato tutto abbastanza veloce e incomprensibile. Per quanto riguarda Terni, nonostante il doppio turno, è bene preservare, costruire, allargare e lavorare per rilanciare. Le forze di opposizione sul territorio sono composte da donne e uomini che hanno condiviso un intenso percorso insieme e si conoscono. Spetterà penso soprattutto a loro decidere cosa fare”.

Tracciamo l’identikit del candidato sindaco: un civico “puro”, un politico prestato ai civici o una figura squisitamente politica quindi espressione di un partito?

“Il candidato sindaco deve essere una figura di garanzia per la città e per il programma. Deve essere un soggetto autonomo, che sappia ragionare con la sua testa, ascoltare, condividere e rappresentare tutti, non solo una parte. Una persona che anteponga la lealtà verso tutti coloro che lo hanno sostenuto e verso il programma con cui si è presentato agli elettori, rispetto a tutto il resto. Per fare questo deve essere sia civico, meglio se non iscritto ad un partito, ma anche politico, ovvero capace di gestire e vivere le dinamiche di democrazia che la politica esprime. Infine, il candidato sindaco deve anche raccontare una storia di indipendenza e rinnovamento effettivo, che sia conosciuta dalla città”.

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