Elezioni a Terni, il centrosinistra dei separati in casa: verso tre liste diverse, sperando nel ballottaggio
Ennesima fumata nera dopo l’incontro tra Partito democratico e Movimento 5 Stelle. I dem alla ricerca di “candidatura e coalizione più larga e condivisa possibile, fino all’ultimo istante”. Ma l’accordo ancora non c’è
Partito democratico più socialisti, verdi e sinistra e civici. Poi Movimento 5 Stelle, forse con Rifondazione. E ancora Azione e Italia viva. Eccolo il campo largo del centrosinistra. E dei separati in casa.
I punti in comune ci sono a cominciare da quel “giudizio negativo sull’attuale amministrazione”. E sarebbe stato strano il contrario. Ancora: trovare una alternativa al governo di centrodestra proprio a partire dalle elezioni amministrative di Terni 2023 e poi, magari, a seguire anche tutti gli altri appuntamenti elettorali, da Perugia fino alla regione. Poi però cominciano quelle che vengono definite come “posizioni non convergenti”. Ossia: trovare un accordo (“...che ancora non c’è…”) e soprattutto un candidato sindaco che metta tutti assieme.
Ennesima fumata nera all’indomani del summit che ha visto di fronte Partito democratico e Movimento 5 Stelle, seppure fino a quando non è stato il momento di tirare le somme le cose – in fin dei conti – sono andate più o meno bene. Incontro che viene definito dalle parti in casa “proficuo” e interlocutorio, visto che l’agenda prevede di aggiornare le cose alla prossima settimana. Ma le distanze restano. Pierluigi Spinelli, segretario dem di Terni, commenta dicendo che “lo spirito che anima il Pd è quello della ricerca fino all’ultimo istante di candidature e di una coalizione che siano più larghe e condivise possibile”. Ma di concreto, ad oggi, non c’è nulla.
Perché si condividono gli obiettivi – ossia una “alternativa all’attuale guida politica della città” – ma non le strategie. Cioè, come provare a vincere le elezioni.
I dem mediano, M5S e Azione sono invece per la corsa solitaria. Magari sotto un patto di “non belligeranza” che però vale poco, nulla. Visto che bisognerà racimolare i voti in vista di quello che dovrebbe essere invece l’appuntamento coagulante, il ballottaggio.
Il voto di primavera a Terni sembra insomma che per qualcuno possa essere come una sorta di primarie del centrosinistra: un modo per “pesarsi” ed eventualmente decidere a chi assegnare la leadership della coalizione. Col rischio però che a decidere le sorti della tornata elettorale siano le variabili. Che, in quanto tali, sono imprevedibili come il fatto stesso di arrivare al ballottaggio e la possibilità che, tra i litiganti, a spuntarla sia eventualmente il terzo “incomodo”, ossia Stefano Bandecchi, candidato sindaco per Alternativa popolare, il cui “valore” elettorale è comunque incerto ma che pescherebbe voti nel centrodestra – soprattutto – ma anche a sinistra.
A proposito di nomi, qualcosa comincia a circolare. Ma forse tempi e modalità sono più test che altro. L’idea dem – sia nel caso in cui si corra con un campo largo, sia nell’eventualità di una corsa solitaria o poco più – è quella di individuare una figura non di partito, ma della città. Nei mesi scorsi si era parlato di una possibile discesa in campo di Mauro Franceschini, presidente di Confartigianato. Nel ventaglio delle ipotesi anche la dottoressa Maria Grazia Proietti. Una parte del Movimento sarebbe pronta a scommettere su Claudio Fiorelli, attuale consigliere comunale, ma c’è chi giura che non tutte le Stelle siano pronte a firmare questa candidatura. Azione e Italia viva avrebbero tra le opzioni Santino Rizzo, primario dell’azienda ospedaliera Santa Maria di Terni. Ma in tre mesi e più, di acqua dei ponti ne scorrerà ancora parecchia e di nomi da “bruciare” potrebbero ancora essercene diversi.