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Elezioni a Terni, ecco perché il centrodestra non vuole concedere il “bis” a Leonardo Latini

Le accuse degli alleati al sindaco uscente, i tentativi di mediazione e i “tre nomi” per l’alternativa in vista del voto di primavera

Sembra che i cocci ci fossero da un po’. Anche se ufficialmente – e pubblicamente – nessuno si è preso la briga di tirare fuori le cose che non tornavano. Adesso però, a un tiro di schioppo dall’appuntamento elettorale di primavera, il centrodestra di Terni sembra essere arrivato al momento della resa dei conti. E in mezzo ci finisce, ovviamente, il sindaco uscente, Leonardo Latini.

Il filo che lo lega al possibile bis è molto sottile, e lo diventa ogni giorno di più. Nonostante la Lega abbia in almeno un paio di occasioni riproposto sul tavolo la sua candidatura. L’accoglienza è stata freddina, tanto che la risposta è stata ancora meno del classico “le faremo sapere”. E allora, soprattutto in considerazione del fatto che uniti si può vincere ma separarsi sarebbe un problema, gli emissari del carroccio non hanno insistito più di tanto. E la patata bollente è stata inviata per raccomandata a Perugia e, ancora di più, a Roma. Come a dire che è vero che si tratta di elezioni amministrative, ma la scelta del candidato si fa a livello regionale e nazionale.

Ancora, gli schemi della politica. Fratelli d’Italia, forte del successo elettorale ottenuto alle Politiche di settembre 2022 e di quello più fresco delle Regionali in Lombardia e Lazio, punta a giocare un ruolo di primo piano, nella scelta dei nomi e dei ruoli dentro alla coalizione. Ed è (anche) per questo che ha cominciato a tirare il freno a mano, e a farlo tirare agli alleati, di fronte all’ipotesi del Latini bis.

C’è poi Forza Italia. E qui, le anime sarebbero diverse. Perché c’è chi ritiene che l’esperienza iniziata cinque anni fa debba continuare, anche e se possibile senza toccare troppo la squadra di governo, e chi invece – pur senza troppi clamori – ad altri cinque anni con il sindaco uscente, preferirebbe dire di no.

Evidente che dietro ai meccanismi dei partiti, c’è però un giudizio politico su questa consigliatura. Dalla piazza alle segreterie, la corsa è piuttosto breve. E l’accusa principale rivolta a Latini è quella di non avere messo a terra il cambiamento che ha invece spinto il centrodestra nella stanza dei bottoni di Palazzo Spada. A proposito di potere: c’è anche chi dice che il sindaco abbia “gestito” la situazione ma non governato, senza una visione, senza quello scatto di reni che invece gli elettori gli avevano chiesto di portare a termine. La bolletta dei rifiuti è esplosa, i protagonisti della gestione dei servizi sono rimasti sempre gli stessi – e quindi, per gli utenti è cambiato poco o nulla, anzi –, la squadra di governo è stata il terreno sul quale si sono riversati umori ed equilibri: un esercizio di tattica partitica e non un modo per fare del bene alla città.

Ecco, c’è tutto questo. E anche qualcosa in più. Ostacoli, piuttosto reali, che si frappongono tra il sindaco e la possibile ricandidatura. Tant’è che qualche alternativa ci sarebbe. Tre nomi da mettere in campo come possibili scelte, da pescare dentro ai partiti, ma non solo. Che siano quelli che circolano in questi giorni (l’attuale assessore al bilancio Orlando Masselli o il coordinatore comunale di Fd’I, Marco Cecconi) o che questo sia solo un tentativo per vedere l’effetto che fa, forse è ancora presto per dirlo. Così come è presto per dire se i fari potrebbero, ad un certo punto, accendersi convergere su un terzo nome, senza tessere o appartenenze dirette, ma che riesca a mettere d’accordo tutti. Anche se, mette in guardia qualcuno, “se salta Latini, allora ognuno è libero di fare la propria proposta”.

Certo è anche che, per tornare ai bar e alle piazze, chi adesso si trova nella difficile posizione di dover scegliere, ha ben chiaro nelle orecchie e in testa la voce che sembra farsi sempre più insistente: “Latini? Allora votiamo Bandecchi”. E questo il centrodestra non lo vuole. E non se lo può permettere.

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