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Politica

Farmacie comunali, la sentenza del Tar scatena il dibattito

Filipponi (Partito democratico): avanti col percorso iniziato. Gentiletti (Senso civico): nessun via libera alla vendita

Le sentenze non vanno commentate ma applicate. E anche interpretate. Così, il dispositivo del Tar regionale sul ricorso presentato da Filcams Cgil contro la cessione di una quota societaria delle farmacie comunali di Terni diventa terreno di scontro politico. Da una parte il Pd, dall’altra Senso civico. In mezzo, il futuro prossimo dell’azienda partecipata e dei suoi lavoratori.  

“Il gruppo consiliare del Partito democratico in merito alla decisione del Tar dell’Umbria che ha respinto il ricorso presentato dalla Filcams Cgil contro il Comune di Terni sulle scelte rispetto alle quote di Farmacia Terni per carenza di legittimazione - scrive in una nota il presidente del gruppo Francesco Filipponi - rappresenta una conferma della posizione assunta nella precedente consiliatura sulla bontà del percorso intrapreso. L’iter iniziato con la delibera di consiglio dello scorso 18 dicembre 2017 contiene garanzie per i dipendenti e delinea una prospettiva sia per la società, sia per il Comune di Terni, per un nuovo ruolo dell’azienda in una realtà competitiva come quella odierna. Ricordiamo che la delibera contenente l’iter sul nuovo corso della partecipata era un punto chiave nel percorso di riequilibrio dell’ente. Ribadiamo oggi in ogni caso la disponibilità al confronto durante le dichiarazione programmatiche del sindaco, ma anche in tutte le altre sedi ed appuntamenti, durante i quali si tratterà il tema del futuro della partecipata. Concludiamo quindi sottolineando la volontà al dialogo con tutte le parti in causa”.

“La decisione del Tar Umbria che ha bocciato il ricorso presentato dalla Cgil contro la cessione delle quote delle farmacie comunali non dà, come affermano alcuni, nessun via libera alla vendita delle stesse. Da quanto è dato sapere - scrive in una nota il consigliere comunale di Senso civico, Alessandro Gentiletti - il Tribunale amministrativo si è limitato esclusivamente a dichiarare inammissibile il ricorso perché non ha ritenuto legittimato il ricorrente e perché non ha ritenuto attuale ma potenziale il pericolo per i lavoratori che conseguirebbe dalla vendita. Il Tribunale amministrativo non si è, pertanto, espresso nel merito. Restano, dunque, in piedi tutte le criticità giuridiche dell’alienazione che ho avuto modo di evidenziare con l’interrogazione depositata lo scorso 8 agosto e sulle quali l’amministrazione ha il dovere di esprimersi prima di procedere. Resta infatti ben possibile che l’alienazione, una volta che dovesse essere effettuata, possa non essere ritenuta legittima dalle giurisdizioni competenti e ciò con notevoli danni per le casse pubbliche. Sul piano politico ribadisco che l’eventuale vendita delle quote delle farmacie comunali troverà la mia ferma opposizione, in quanto inutile e dannosa per la collettività”.

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