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“La memoria richiede verità. Cimarelli era comunista, no al revisionismo”

Il Partito Comunista di Terni difende la memoria del partigiano ternano dai “cosiddetti democratici”: “Giù le mani da quella che è una storia che non vi appartiene e che avete infamato”

Intervento del Partito Comunista di Terni sulla figura di Germinal Cimarelli di cui il prossimo 20 gennaio ricorre l’anniversario della morte, avvenuta nel 1944.

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In piena crisi sistemica, dove è bastato un virus per mettere ancor più in evidenza le grandi contraddizioni del capitalismo, i cosiddetti “democratici”, massimi sostenitori di questo criminale sistema, continuano in maniera incessante il loro lavoro revisionista.

Come accade a livello nazionale dove in occasione del centenario della fondazione del PCdI, esponenti politici e non dell’area “democratica” e della “sinistra liberal” cercano di fare propria la festa dei Comunisti dopo averli equiparati ai nazisti, come a festeggiarne la morte, così accade a livello locale.

È notizia di pochi giorni fa che la sezione di Terni di una nota associazione, vicinissima all’area politica cosiddetta democratica, ricorderà la memoria di Germinal Cimarelli: Partigiano ternano, operaio Comunista, ucciso dai nazifascisti durante una ritirata sul monte Torre Maggiore, (uno dei monti che circondano la città di Terni) per proteggere i propri compagni.

Fin qui tutto bene, se non fosse che nella presentazione dell’evento non si fa menzione del fatto che Cimarelli fosse Comunista; si legge: “Germinal Cimarelli, operaio e intellettuale ternano[...]”.

Omettere ciò è cambiare in maniera ignobile la storia, quella che ha visto Germinal Cimarelli condannato a cinque anni di confino alle isole Tremiti proprio per il fatto di essere COMUNISTA.

Ma d’altra parte, cosa possiamo aspettarci da tale associazione, la stessa che ogni 10 febbraio si ritrova a commemorare con qualche suo delegato il cosiddetto “giorno del ricordo”, al fianco dei fascisti?

Ecco la dimostrazione plastica di come queste operazioni subdole ed inesorabili, possano man mano riscrivere la storia a proprio favore.

È giunto il momento che i Comunisti si riapproprino di tutti i loro simboli e figure, che non li lascino in mano a chi li ha condannati, infamandoli con improbabili ed impossibili equiparazioni, addirittura mettendoli al bando in sede europea.

È giunto il momento che certi ambienti più o meno vicini all’area democratica, o personaggi all’interno di quell’area che rappresenta i padroni e che ha appoggiato e sostenuto i peggiori golpe nazisti in giro per il mondo, tolgano le mani da quella che è una storia che non gli appartiene e che hanno infamato.

La meglio gioventù distrusse il fascismo, la lotta Partigiana voleva il Socialismo.

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